Uno
dei più grandi frantoi
oleari d’Europa
è stato sequestrato nell’ambito di una indagine condotta su delega
della D.D.A. di Bari. L’operazione è stata condotta da una task
force del Corpo
Forestale dello Stato di
Bari, coordinata dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e
Forestale del Comando Provinciale.
Gli agenti hanno verificato, che
le acque
di vegetazione derivanti
dalla lavorazione delle olive erano smaltite
direttamente in falda,
in violazione delle normative ambientali di settore. Si presume che
lo smaltimento sia stato praticato per anni, con verosimili danni
per l’ambiente.
Contemporaneamente
i Forestali, in eseguito a un controllo su un altro frantoio
appartenente alla stessa famiglia, hanno sequestrato la vasca di
decantazione per lo stoccaggio delle acque di vegetazione che, invece
di essere stagna, era munita di una condotta che convogliava le acque
direttamente nel sottosuolo. Tre persone residenti a Grumo Appula
(BA) sono state denunciate per scarico abusivo, falsità in atti,
nonché del delitto di traffico illecito di rifiuti.
In
località “Masseria
Liticuso”,
in agro di Mottola (TA), invece, nel corso di un servizio mirato alla
repressione degli illeciti
ambientali,
con particolare riguardo a quelli che minacciano le Aree
Protette,
i Forestali hanno accertato che sono statitagliati,
per ricavarne legna da ardere, ben quarantuno alberi
di olivo con
fusto del diametro variabile da 20 a 120 centimetri. Molti fra questi
erano alberi secolari; in particolare, tre avevano dimensioni tali da
essere stati classificati come ulivi
monumentali ai
sensi della Legge Regionale 4 giugno 2007 n. 14 di “tutela
e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”.
Il carattere di monumentalità viene attribuito alle piante di ulivo
secolari sia per le notevoli dimensioni sia per la forma scultorea
del tronco, che le rendono vere e proprie opere d’arte naturali.
La
zona in questione, oltre a essere considerata Area Protetta poiché
inclusa nella Zona 1 del Parco
Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, è
sottoposta a Vincolo Paesaggistico per effetto della Legge 29 giugno
1939 n. 1497 per la protezione delle bellezze naturali, con
dichiarazione di “notevole
interesse pubblico” avvenuta
con D.M. 8 giugno 1973; rientra inoltre nel perimetro del Piano
Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio della Regione Puglia ed è
anche sottoposta a Vincolo Idrogeologico.
Il
taglio degli alberi era stato effettuato senza né il preventivo
Nulla Osta dell’Ente di gestione provvisoria del Parco, né
l’Autorizzazione Paesaggistica da parte del Comune di Mottola; di
conseguenza gli agenti hanno sottoposto l’intera area, di circa
8000 metri quadrati, a sequestro preventivo per evitare il ripetersi
del reato con la conseguente eliminazione dei rimanenti alberi di
ulivo secolari.
Le
due proprietarie dell’area sono state deferite alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Taranto per violazione dell’art.
734 del Codice Penale (distruzione e deturpamento di bellezze
naturali), oltre che delle prescrizioni contenute nel ”Codice
dei beni culturali e del paesaggio”,
il D.Lgs. 42/2004, che all’art. 181 prevede la reclusione da uno a
quattro anni per chiunque esegua in assenza di autorizzazione lavori
di qualsiasi genere su beni paesaggistici ricadenti su immobili o
aree che per le loro caratteristiche paesaggistiche siano stati
dichiarati di notevole interesse pubblico. A queste violazioni si
viene ad aggiungere quella alla Legge quadro sulle Aree Protette.
Il
taglio di alberi secolari, avviene spesso nella completa ignoranza
delle norme che tutelano le singolari caratteristiche del territorio
pugliese, dove aree ricche di biodiversità sono integrate ad aree
soggette all’intervento dell’uomo. Il Corpo Forestale dello Stato
si fa garante che l’intervento antropico avvenga nel pieno rispetto
dell’ambiente e della continuità delle tradizioni della
popolazione rurale.
Fonte: www.ambienteambienti.com