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giovedì 30 ottobre 2014

“LA BUONA SCUOLA”, INIZIATIVA MINISTERIALE, ATTRAVERSO UN INTERESSANTE INCONTRO PUBBLICO A CURA DELL' ISTITUTO "LENTINI - EINSTEIN".


Ha inteso rispondere all’iniziativa “La Buona Scuola” del Ministero della Pubblica Istruzione, l’incontro tenutosi nei giorni scorsi nella sala “Vanvitelli” del Comune di Mottola, organizzata dal dirigente scolastico dell’Istituto “Lentini – Einstein”, Pietro Rotolo.

All’incontro - dibattito, coordinato dalla giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Antonella Ricciardi, hanno preso parte lo stesso dirigente Rotolo; il dirigente della scuola secondaria di primo grado, “Manzoni”, Nicola Latorrata; il sindaco, Luigi Pinto; l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione, Anna Maria Notaristefano; la docente del “Lentini – Einstein”, Antonella De Santo; il rappresentante degli studenti del “Lentini – Einstein”, Michele Sponsale; il prof. Mimmo Potenz, vicepresidente dell’associazione “Avamposto.Educativo”; il direttore marketing dell’impresa “De Carlo”, Gennaro Durante. 
“Il documento proposto dal Governo, offre una straordinaria occasione per mettere la scuola al centro delle discussioni del Paese – ha detto il dirigente Rotolo -. La Buona Scuola è sempre esistita dove tutti gli operatori hanno svolto con competenza e passione il loro lavoro, anche senza risorse e attrezzature particolari. L’auspicio è che questo Governo elimini tutti quei laccioli che mortificano l’autonomia scolastica e dia alla scuola quelle certezze necessarie per assolvere pienamente ed efficacemente alla propria funzione”.

“E’ “buona” quella scuola che fonda la sua azione educativo-didattica sulla ricerca continua i cui risultati offrono ai docenti nuove proposte metodologiche, nuove strategie, rinnovati contenuti e nuovi atteggiamenti professionali vicini alla generazione degli studenti, ai cosiddetti nativi digitali”, ha continuato il dirigente Latorrata. Mentre di competenze pedagogiche specifiche che ogni docente dovrebbe possedere, ha parlato la prof.ssa De Santo: “Favorire lo sviluppo dell’identità dello studente valorizzando le differenze personali; promuovere autonomia sviluppando la consapevolezza personale e lo spirito critico; coltivare le potenzialità personali mediante la cultura; incentivare la progettualità esistenziale con l’orientamento del percorso scolastico e professionale”. “La mission della scuola è aiutare gli studenti a gestire le relazioni interpersonali e creare un clima di classe di responsabilità condivisa, adatto ad acquisire criticamente i saperi”, ha proseguito il prof. Potenz. 
“La sfida per la scuola intesa come sistema educativo italiano è non di inseguire la società, con decenni di ritardo, ma di anticipare il futuro e di condurvi la società stessa superando la plurima frantumazione della cultura, umanistica e scientifica, specializzata e divisa, per ritrovare lo spirito di prospettiva in un panorama interconnesso e propositivo”, ha sottolineato lo studente Sponsale.

“Per una “buona scuola” sono necessarie anzitutto le risorse economiche e poi maggiore flessibilità – ha rimarcato l’assessore Notaristefano –. Le scuole non possono fare tutto da sole: deve essere migliorata la struttura centrale affinchè anche le materie cosiddette secondarie, non siano solo retaggi del passato ma nuovi punti da cui ripartire”. La scuola, dunque, “deve adeguarsi ai tempi sia nelle strutture che nell’offerta formativa. Il Governo Renzi ha messo a disposizione delle risorse da utilizzare per la scuola: è compito degli Enti saperle utilizzare, ha aggiunto il sindaco Pinto, facendo poi riferimento ai lavori strutturali che, a breve, interesseranno la scuola media “Manzoni”; inoltre, ci sono le risorse per riaprire la scuola media “De Sangro” i cui lavori saranno appaltati entro marzo.

“La strategia di integrazione tra impresa e scuola dovrà favorire lo sviluppo di capacità intuitive e di integrazione della conoscenza ad ampio raggio, senza trascurare la cultura generale nel processo formativo del ragazzo – ha infine evidenziato l’ing. Durante -. Il bene comune su cui concentrarsi sarà proprio il potenziale dei ragazzi perché di fronte alla conoscenza appresa e alla routine aziendale, possano loro stessi innescare processi di innovazione”. 

Fonte: www.piazzanews.it