RISERVA IL TUO SPAZIO PUBBLICITARIO SU QUESTO SITO. PER INFORMAZIONI CONTATTA LA REDAZIONE: vivimottola@gmail.com

lunedì 25 marzo 2013

UN ALBERO CONTRO TUTTE LE MAFIE


E' STATO PIANTUMATO SABATO, NELLA VILLA COMUNALE, DURANTE UNA CERIMONIA COMMEMORATIVA, VOLUTA DAL PRESIDIO DI LIBERA


Anche Mottola, da sabato, ha il suo albero della memoria, un monito che invita tutti a non dimenticare le vittime innocenti della mafia.

E' stato piantumato sabato mattina, in villa comunale, durante una cerimonia commemorativa, voluta dal locale presidio di Libera.
Vi hanno preso parte il coordinatore dello stesso, Andrea Caramia, che ha inviato i ragazzi dell'associazione a declamare i nomi delle vittime pugliesi, perché fossero scolpiti nella memoria dei presenti.
Non uccidiamoli due volte” - ha, poi, detto, Anna Addabbo del coordinamento provinciale di Libera, citando l'anafora che don Luigi Ciotti ha gridato, dal palco di Firenze, lo scorso 16 marzo. Oltre agli amministratori locali, presente anche una folta delegazione di studenti dell'istituto di istruzione superiore “M. Lentini – A. Einstein”, accompagnati dal dirigente scolastico Pietro Rotolo.
Poi, la piantumazione dell'albero “simbolo”: un acero campestre. Non ve ne sono altri, in città, quasi a volerlo distinguere dagli altri alberi. Non si tratta di una specie sempreverde, ma di un albero a foglie caduche. E' una chiara metafora del ciclo della vita: “La morte, che arricchisce il terreno e genera nuova vita, perpetuandosi nel tempo”.
Sui suoi rami, quindi, non ci sono foglie, ma solo sessantatré fogli di carta, di color giallo, porpora ed arancio (i colori di Libera), sulle quali sono trascritti i nomi di altrettante vittime innocenti pugliesi, cadute sotto i colpi della mafia. A scandire il momento solenne ed anche emozionante della sua piantumazione, oltre alla Polizia Municipale, ai Carabinieri della locale stazione e al vicequestore aggiunto di Taranto Carla Durante, intervenuta in rappresentanza della Polizia di Stato, c'era anche Matilde Montinaro, sorella di Antonio: a lui, non solo è stato intitolato, in passato, il presidio locale di Libera, ma anche la targa commemorativa, scoperta proprio durante la cerimonia di sabato scorso.
Faceva parte della scorta del giudice Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992, perse la vita, insieme al magistrato e ad altri poliziotti, sull'autostrada, all'altezza dello svincolo per Capaci, a causa dell'esplosione di un potente ordigno, collocato dalla mafia.
Quando al telegiornale si parlava della strage di Capaci – ha ricordato sua sorella Matilde – mia madre si arrabbiava, perché veniva ricordato solo il nome del giudice Falcone, ma non quello dei ragazzi della sua scorta. Eppure, ogni vittima ha una propria storia, una propria dignità ed un proprio nome e non vanno dimenticati o, addirittura, rimossi. Non si tratta di eroi, ma di persone normali, di cittadini attivi e non passivi”.
E, la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia, ha proprio questo compito e dovere: ricordare quegli uomini, che hanno perso la vita per servizio, unicamente per essere stati ligi al dovere e allo Stato.

MARIA FLORENZIO

Fonte: IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA