Da
ieri, si è entrati nel vivo della Settimana Santa. Così come
avviene ogni anno, il giovedì santo i confratelli e le consorelle
del Carmine, infatti, hanno partecipato alla celebrazione della
"Coena Domini".
Durante
la messa, l'arciprete don Sario Chiarelli ha rimarcato l'importanza
del Triduo Pasquale ribadendo come, ‹‹senza forme spettacolari,
la "cena eucaristica" sia testimonianza della legge
lasciataci dal Cristo ovvero il servizio verso gli altri››. Ha,
così, lavato i piedi a dodici confratelli, così come fatto da Gesù
verso gli apostoli nell'ultima cena.
Poi,
l'offertorio e la riposizione dell'Ostia Divina nel tabernacolo, per
l'adorazione: è quello che viene detto comunemente "Sepolcro",
allestito con fiori e simboli, che alludono al sacrificio del Cristo
per l'umanità. Infine, ai numerosi fedeli, che gremivano la
parrocchia del Carmine, sono stati distribuiti, come da tradizione,
dei panini benedetti.
Ed
è così cominciato il peregrinare notturno, per le chiese del paese,
delle “paranze”: così vengono chiamati in gergo popolare i
confratelli scalzi, accompagnati da un troccolante. Indossano una
candida tunica bianca, in vita portano un cingolo di cotone bianco
intrecciato con all’estremità due pomi dello stesso colore,
pendenti nella parte destra. Ed, ancora, un cappuccio bianco con due
fori all’altezza degli occhi, un mantello di color paglino, con
cappuccio e bottoncini marroni, lo scapolare di color marrone.
Proprio
durante il loro peregrinare verso i Repositori del giovedì santo, ma
anche durante la processione dei Misteri della mattina del sabato
santo, in testa mettono una corona di spine di melograno come Gesù
nel corso del suo supplizio. Le mani sono coperte da un paio di
guanti bianchi. In quella destra stringono “u prdon”, bastone del
pellegrino di ogni tempo, di color bianco con le estremità e
l’impugnatura color nero. In segno di penitenza vanno scalzi.
Nel
loro lento camminare per le vie cittadine, prende forma il viaggio
del pellegrino, che ripercorre idealmente la strada del calvario,
alla ricerca continua del perdono divino.
Sono
sempre in due e si alternano in una sorta di guardia ai Repositori.
Il loro mesto peregrinare dura fino al venerdì santo, quando, tolti
i Repositori e finita la celebrazione dell’adorazione della Croce,
si procede a preparare i Misteri per la processione delle ore 6 del
Sabato Santo.