Se
le cose vanno male è sempre e solo colpa degli operai. È questa la
solfa che gli operai della tessitura di Mottola si sentiti ripetere
dall’ingegner Albini, che finalmente, dopo tre anni di assenza, è
tornato a trovare i suoi lavoratori.
Un’assemblea di tre ore a cui
è stato impedito ai sindacati di partecipare, rei, secondo il
titolare dell’azienda, di mettere i bastoni tra le ruote. Peccato
però che da due anni i sindacati si stanno battendo per far
riconoscere il premio di produzione ai 120 lavoratori della tessitura
mottolese, che finora non è stato concesso, perché ogni volta che
veniva formalmente richiesto all’azienda, abbiamo in cambio solo
avuto proposte di cassa integrazione, un comportamento che
finalmente, con l’assemblea di oggi, ha trovato una spiegazione.
Non
solo gli operai sono responsabili dei problemi dell’azienda, ma se
si azzardano a pretendere che vengano rispettati i diritti, gli si
sventola in faccia la possibilità di andare in mezzo alla strada, la
cassa integrazione come messaggio minatorio. Solo così ha senso il
comportamento che non temiamo di definire antisindacale da parte
dell’ingegner Albini, che mentre ai suoi operai di Albino riconosce
un premio di produzione di quasi duemila euro, qui al Sud meno della
metà.
Non
possiamo pensare davvero che si distingua il valore del lavoro di un
operaio settentrionale da un suo collega meridionale, il lavoro fatto
a Bergamo e il lavoro fatto a Mottola, non accettiamo questo leghismo
aziendale, questo goffo tentativo di mettere i cittadini gli uni
contro gli altri e quindi contro chi difende i loro interessi.
Le
presunte difficoltà in cui si trova lo stabilimento di Mottola, sono
dovute a scelte aziendali. Ma non dobbiamo dimenticare che la
presunta crisi di Albini si inserisce in un contesto molto più ampio
di vertenze territoriali, che vedono la provincia di Taranto terra
bruciata dopo essere stata terra di conquista.
Oggi
pomeriggio, per questo motivo, ci sarà un’assemblea di tutti i
lavoratori delle tessiture di Mottola organizzata da Filctem Cgil,
Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici, per ribadire che non esistono
lavoratori di serie A e lavoratori di serie B.
Fonte: Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici.