“Nel
mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva
oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a
dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e
forte
che nel pensier rinova la paura!”
Queste famosissime terzine introducono “la Comedia di Dante Alleghieri di Fiorenza”, meglio nota con il titolo boccacciano “Divina Commedia”, forse il più grande fra i classici italiani, noto anche al di fuori della penisola. Famosi sono gli studi dei dantisti americani.
Quest'opera, tuttavia,
come tutti i classici, rischia di essere ritenuta vecchia, inattuale,
utile alla mera erudizione. Così non è, come hanno voluto
dimostrare i ragazzi della 4a A e della 3a B
del Liceo Scientifico A. Einstein di Mottola, guidati dalla loro
docente di italiano e latino professoressa Filomena Eramo.
Dante
Alighieri si smarrì nella “selva oscura”
a causa della crisi morale che, travolgendo la società in cui
viveva, finì col travolgere anche lui. Crisi morale che caratterizza
anche la nostra società e che è alla base dell'attuale crisi
economica. E' stato semplice, quindi, per gli studenti instaurare un
confronto fra le due situazioni e produrre così un lavoro di
approfondimento. Ma i nostri non hanno inteso fermarsi a questo e
hanno realizzato una breve esegesi, senza grandi pretese, con
l'intenzione di metterla in scena. E', così, nata “Per correre
migliori acque”, lettura dantesca del Primo Canto dell'Inferno e
del Primo del Purgatorio, rappresentata il 6 giugno 2013, nella
Biblioteca “Nicoletta Laneve” del liceo. L'esegesi è stata
seguita dalla recitazione del Primo Canto dell'Inferno da parte delle
tre alunne, Marika de Carlo, Natasha Caragnano e Maria Vittoria
Romanelli, che l'11 maggio 2013 avevano partecipato alla tenzone
dantesca a Nocera Inferiore.
Ad alcuni la
rappresentazione potrebbe essere apparsa eccessivamente impostata.
Bisogna, però, ricordare che si è trattato di un primo esperimento
e che, come ha fatto notare il dirigente scolastico dottor Pietro
Rotolo, bisogna lodare l'impegno profuso dagli studenti nella lettura
e nella comprensione di un classico più che mai attuale, la cui
veneranda età, lungi da farlo apparire vecchio, gli conferisce
autorevolezza.