Nonostante
qualche cambio di programma, non è stata, certamente, la pioggia a
smorzare l'entusiasmo della comunità mottolese nel dare il benvenuto
a S.E. Mons. Claudio Maniago.
Con
ombrelli alla mano, le confraternite, i fedeli, gli alunni, le
associazioni, le autorità civili e militari hanno accolto l'alto
prelato nell'atrio comunale. Poi, una visita al Palazzo Comunale ed
una sommaria conoscenza dei dipendenti presenti, degli amministratori
e delle forze dell'Ordine: Carabinieri, Polizia Municipale, Corpo
Forestale dello Stato. Nella stanza del sindaco, il nuovo vescovo ha
espresso il suo ‹‹apprezzamento per tutti coloro, che si
spendono, con impegno, nel garantire servizi per il bene della
comunità››.
Al primo cittadino Luigi Pinto, il compito di
consegnare a S.E. alcuni testi, nei quali sono illustrate tutte le
bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche della "spia dello
ionio". Poi, nonostante la pioggia, attraverso il corso
cittadino, il vescovo ha voluto raggiungere a piedi la Chiesa Madre,
non prima, però, di aver condiviso, con i bambini, il lancio, verso
il cielo, di palloncini bianchi e gialli.
In chiesa, nel suo
discorso, il sindaco si è auspicato che la vicinanza dei Mottolesi
possa allontanare da S.E. ogni forma di nostalgia, derivante
dall'essere lontano dagli affetti più cari. ‹‹Il nostro impegno
- ha detto - sarà quello di farla sentire a casa. Siateci vicino don
Claudio››. Così lo ha voluto chiamare Pinto, proprio com'era
scritto su uno degli striscioni di benvenuto, semplicemente per
manifestare al vescovo tutto il calore umano e la vicinanza della
comunità mottolese. ‹‹La vogliamo accanto come padre spirituale,
con il quale condividere questo nuovo percorso
evangelico››.
Nostalgie? ‹‹Non ne ho da curare e
spero che non me ne vengano - ha scherzato S.E. Maniago››. Ha
poi, ringraziato tutta la comunità mottolese per l'accoglienza
ricevuta, che, nonostante le avverse condizioni climatiche, ‹‹è
stata ugualmente calorosa - ha detto - facendomi già sentire
cittadino di Mottola. In mezzo a voi sto bene, perché, se sono qui,
per decisione del Santo Padre, è stato il Signore a volerlo. Voglio
condividere con voi la vita di ogni giorno - ha, poi, aggiunto -
anche attraverso l'opera dei sacerdoti. Spero di essere testimone del
Signore, in mezzo a voi, strumento di speranza, per andare
avanti››.
Il vescovo Maniago ha anche scherzato sulla
posizione logistica di Mottola: ‹‹Indirettamente, ho già
imparato a conoscere questo paese: posto sul colle, per uno straniero
come me, è una bussola per orientarsi a muovesi sul territorio di
questa Diocesi››.
Ha, poi, fatto riferimento anche
al "don": ‹‹Salutarmi come don Claudio non è affatto
una forma di arroganza. Anche a Firenze, il vescovo ausiliario era
semplicemente don Claudio. Apprezzo, anzi, la vostra vicinanza di
stima e di collaborazione; la stessa, che deve necessariamente
esserci tra le istituzioni. E, proprio in tal senso, mi riprometto,
sull'esempio dei miei predecessori, di continuare in una logica di
dialogo per il raggiungimento del bene comune. Saremo compagni di
viaggio - ha, così, concluso il suo intervento -, affidandoci alla
Vergine Maria e ai santi patroni››.
Ne è seguita la santa
messa, concelebrata con i parroci don Pierino Balzello, don Antonio
Schena, don Graziano Marangi, don Luigi Conte, don Sario Chiarelli,
don Domenico Danza e don Giacomo Antonicelli. Nell'omelia, l'invito
di S.E. ad ‹‹essere vigna del Signore, piantata per portare
frutti gradevoli, di cui tutti ne possano godere ed ad unirsi in
preghiera per la famiglia, nel giorno del Sinodo››.
Maria Florenzio
Fonte: piazzanews.it
Maria Florenzio
Fonte: piazzanews.it