Per
la Confraternita del Carmine di Mottola inizia un lungo periodo di
preparazione spirituale, in attesa della Pasqua.
Per
i confratelli e per l'intero Direttivo del Carmine c'è molto lavoro
da fare, per organizzare al meglio, spinti dalla devozione e dalla
profonda fede che li anima, quelli che sono i suggestivi Riti della
Settimana Santa: dall'allestimento del Santo Sepolcro, il giovedì
santo alla processione dei Misteri, il sabato santo, scandita dal
lento e mesto incedere dei confratelli, che, sin dalle prime ore
dell’alba, portando a spalla statue in cartapesta, evocano il
martirio e la passione di Cristo.
Per, poi, arrivare all’ottava di
Pasqua, la cosiddetta "Domenica in Albis", da vivere in
festa presso il santuario rupestre della Maddonn’ Abbasc’.
Ad
aprire questo lungo periodo, sono le Sacre Quarantore (Oratio
quadraginta horarum): ‹‹A ricordo delle “quaranta ore”, in
cui Gesù giacque nel sepolcro, prima della Resurrezione - ci spiega
il priore Vito Greco - il Santissimo Sacramento viene solennemente
esposto sull’altare centrale, per l’adorazione individuale e
comunitaria››.
Si
comincia lunedì, 9 febbraio, per terminare mercoledì 11. Tutte le
mattine, alle ore 8,30, sarà celebrata una santa messa, dal padre
spirituale della confraternita, l'arciprete don Sario Chiarelli.
Durante la giornata, i confratelli e le consorelle, in abito da rito,
ogni ora, si alterneranno in adorazione davanti a Gesù Eucarestia.
Pregheranno in silenzio, ai piedi dell'altare, sino alle ore 19,
quando, dopo una processione eucaristica all'interno della parrocchia
e la solenne benedizione, ci sarà il Vespro.
Una
curiosità: durante l'adorazione del Santissimo, così come avviene
per il Corpus Domini, i confratelli del Carmine, in segno di
rispetto, levano completamente dal capo il cappuccio dell'abito da
rito, diversamente da quello che accade il giovedì santo, dinanzi ai
Repositori. In quell'occasione, infatti, il cappuccio è sormontato
da una corona di spine. Pertanto, quando sono in adorazione, i
confratelli lo sollevano solamente, per poi, riporlo nuovamente sul
capo, durante il pellegrinaggio tra le varie parrocchie.