Laboratori
e attività, per accorciare le distanze e favorire l’integrazione.
È la proposta progettuale delle Acli Provinciali di Taranto, che
utilizzando i fondi del “5Xmille” ha varato il progetto “Social
Inclusion”, destinato ai cittadini stranieri e rifugiati
attualmente presenti in provincia di Taranto.
Si
tratta di una potenziale platea di quasi 6mila esseri umani, parte
dei quali potrà usufruire delle conoscenze e delle opportunità
offerte da diverse realtà operanti nel territorio. Il progetto
“Social Inclusion”, infatti, punta a un doppio obiettivo:
l’integrazione degli immigrati nel tessuto sociale, realizzando una
rete di associazioni in grado di sperimentare percorsi nuovi.
La
necessità di favorire il processo di inclusione, per altro, è
emersa da uno studio affidato dalle Acli Provinciali di Taranto
all’università Lumsa, finanziato sempre con i fondi del “5Xmille”
e intitolato “Taranto, un mare nostrum di immigrazione”. Al
presidente Aldo La Fratta, quindi, è apparso subito chiaro come
l’integrazione sia un processo molto complesso, che può essere
compiutamente realizzato solo toccando le diverse sfere della vita
dell’immigrato: dalla conoscenza della lingua alle abitudini
alimentari, fino alla concezione della “salute”.
Per
questo motivo, è stata presa la decisione di progettare “Social
Inclusion” pensando a una metodologia multitasking: ogni
associazione coinvolta seguirà un pezzo del percorso di inclusione
sociale, cercando anche di far emergere le attitudini dei d
estinatari. Perché l’inserimento lavorativo, che non sia viziato
dallo sfruttamento, è il tassello finale del processo di
integrazione.
Le
attività partiranno giovedì 7 luglio, e come detto saranno
suddivise per aree di competenza. Il seminario introduttivo di
accoglienza (3 ore), attraverso la scoperta della “famiglia” come
cellula sociale, sarà curato dal “Forum provinciale delle
associazioni familiari di Taranto” e avrà come referente Marino
Albergo. Con il laboratorio di informatica (20 ore), invece, il
progetto esprimerà il suo lato più pratico offrendo ai fruitori la
possibilità di conoscere gli strumenti della moderna comunicazione
digitale. A occuparsene sarà la cooperativa Telmar, tramite il
referente Cosimo Pignatelli.
Spazio
anche per le competenze più “emozionali” con il laboratorio
creativo (12 ore), affidato all’associazione “Infanzia e
Solidarietà” (referente Farida Mastrilli). Senza evitare il lavoro
manuale, con il laboratorio di giardinaggio (30 ore), a cura di suor
Carmela Rocca per l’associazione Ciofs Puglia.
Gli
ultimi due laboratori saranno destinati ai più giovani: il
laboratorio ludico-ricreativo “Mi metto in gioco” (4 ore) sarà
curato dall’associazione “Cultura e dintorni” (referente Paola
Oliviero), mentre il laboratorio gioco-sport (45 ore) consentirà un
utile scambio tra tarantini e richiedenti asilo rispetto ai giochi
comuni alle due culture.
Quest’ultimo
laboratorio sarà tenuto dall’associazione Salam (referente Simona
Fernandez), che si occuperà anche della selezione dei destinatari
dell’intero progetto (ne sono stati individuati 21) e dei
mediatori.