TARANTO.
“Pensare a tutelare le eccellenze produttive del territorio,
evitando di operare scelte di natura ambientale che potrebbero
comprometterne l’immagine. Questa, la priorità assoluta da
perseguire, in difesa di un comparto, quello dell’agroalimentare,
già fortemente martoriato negli ultimi anni”.
Così, Coldiretti
Taranto si esprime all’indomani della manifestazione di protesta,
tenutasi nei giorni scorsi contro l’ampliamento del terzo lotto
della discarica La Torre Caprarica di Grottaglie, cui la stessa
organizzazione di categoria, senza bandiere, ha partecipato.
“Non
si può pensare di ampliare una discarica senza aver ascoltato il
territorio nella sua interezza, senza aver sentito chi quel
territorio lo vive – dice Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti
Taranto -. Si parla tanto di scelte che, complessivamente, nel
territorio ionico, dovrebbero essere orientate verso un miglioramento
ed una bonifica ambientale e, contestualmente, verso la promozione e
tutela delle produzioni agroalimentari. Ed ora, invece, si pensa ad
innalzare di ulteriori cinque piani di cumulo la già esistente
collina di rifiuti, ignorando le esigenze e le priorità del contesto
rurale, oltre che paesaggistico, in cui la stessa discarica insiste.
Determinate scelte – continua Cavallo – andrebbero intanto
ponderate e, comunque, condivise con il coinvolgimento di tutti gli
attori attivi del territorio”.
“Si
tratta di un’area – continua il direttore Coldiretti Taranto,
Aldo Raffaele De Sario – in cui si producono uva da tavola, ortaggi
di qualità, olio extra vergine di oliva. Sono le eccellenze
produttive che rappresentano una fetta identitaria di questo
territorio e che hanno portato anche a un incremento occupazionale di
non poco conto. Un territorio, questo, che ha avuto il coraggio di
investire in una filiera riconosciuta a livello internazionale.
Pertanto, un approfondimento della questione sarebbe necessario, anzi
imprescindibile, prima di qualsiasi autorizzazione all’ampliamento”.
Da
Coldiretti, quindi, la richiesta urgente di un tavolo di confronto,
che, valutando istanze e criticità che arrivano dal basso, porti a
una comunione di intenti in grado di tutelare il territorio, inteso
in termini ambientali ma, soprattutto, come paniere di eccellenze
produttive da preservare e promuovere.