“Siamo
lontani anni luce dalla messa in sicurezza della strada statale 100.
Se non si interviene su quell’arteria ad alto indice di sinistri,
si continuerà a morire sotto l’indifferenza e la complicità di
chi, invece, avrebbe potuto avere un peso nella risoluzione del
problema”.
Parole
durissime quelle pronunciate da Vanni Caragnano, presidente del
Comitato Strade Sicure, al termine del vertice tenutosi, questa
mattina, in Prefettura, per esaminare la situazione della viabilità
e della sicurezza della 100, così come lo stesso Caragnano aveva più
volte richiesto.
All’appello,
oltre al prefetto Donato Giovanni Cafagna, hanno risposto il questore
Stanislao
Schimera,
il dirigente della Sezione Polizia Stradale Nicola Manzari, il
vicepresidente della Provincia Raffaele Gentile, il responsabile
coordinamento territoriale Anas Matteo Castiglioni e l’ingegnere
Carlo Pullano sempre per l’Anas. Presenti anche il direttore
Società Autostrade per l’Italia per l’8° tronco Bari –
Pescara Lamberto Perulli, Cosimo Fungoso, presidente Associazione
Italiana Familiari e Vittime della Strada e Battista Baccaro per il
118 Taranto. In prima linea, anche i sindaci di Mottola e Laterza,
Giampiero Barulli e Gianfranco Lopane.
Per
l’Anas, in assenza di fondi e di mancata pianificazione, sulla 100
nel tratto compreso tra Gioia e Massafra non si può intervenire se
non attraverso il rifacimento della segnaletica stradale e verticale,
del manto stradale e con la rilevazione della velocità. “Un’analisi
troppo superficiale – ha chiosato Vanni Caragnano – come
altrettanto superficiali sono gli interventi proposti”.
Eppure,
la 100 è tra le strade pugliesi a più alto indice di mortalità,
così come emerge dalla relazione fornita dall’Arem, l’Agenzia
regionale per la mobilità nella Regione Puglia. Già due gli
incidenti mortali verificatisi dall’inizio dell’anno, cinque le
vittime e se non si interviene la scia di sangue sembra essere
destinata ad allungarsi su quei circa venti chilometri, dal Km 44+700
al Km 52+600 per la maggior parte ricadenti in territorio mottolese.
Di
qui, l’intervento infuocato di Caragnano in Prefettura. Ha
evidenziato come nel Ptr, Piano dei trasporti regionale 2015 – 2019
fossero indicati, in quanto da farsi, interventi di ammodernamento
fino a San Basilio, sia per il tratto gioiese che per quello
mottolese: stessa pianificazione e soldi. Quindi, “mal si comprende
– ha rimarcato a tono alto Caragnano - come mai sul tratto gioiese
si sia intervenuti, portando i lavori a termine peraltro nei tempi
previsti, mentre l’altro tratto, quello mottolese, continui ad
essere ignorato, sottovalutandone la pericolosità in termini di
sicurezza”.
Peraltro,
il Ptr prevede l’allargamento della provinciale 23, che,da San
Basilio porta al casello autostradale e la creazione di rampe di
innesto sull’autostrada, per deviare il traffico. “Una soluzione
peggiorativa – ha ribadito Caragnano -. Non si può pensare di
spostare a nord la barriera autostradale al fine di incentivarne
l’uso in alternativa a quel tratto incriminato della 100. Al
contrario, sarebbe necessario intervenire con l’allargamento della
sede stradale e l’apposizione di un gard - rail centrale, senza
ignorare la galleria Mauro, teatro, sia in entrata che in uscita, di
numerosi incidenti mortali”. La Provincia sembra aver già
pianificato la realizzazione di una rotatoria a San Basilio.
Un
nuovo vertice si terrà in Prefettura tra due settimane. Intanto, già
per le ore 12 di lunedì 29 gennaio, sulla stessa questione Vanni
Caragnano è stato convocato in Regione – Dipartimento Mobilità
per un incontro al quale, oltre all’ingegnere Castiglioni
dell’Anas, parteciperà anche Antonio Nunziante, assessore
regionale alla Mobilità.