A
distanza di quattro anni dall’avvio del Psr, il Piano di Sviluppo
Rurale, al netto delle difficoltà delle fasi di partenza,
strutturali e strumentali, denunciate già nel giugno del 2017 da
Coldiretti Taranto, la spesa resta ai minimi termini.
E,
mentre l’assessore regionale all’Agricoltura Di Gioia cerca di
spiegare motivi ed esiti dei ricorsi al Tar Puglia sul Psr, tentando
di giustificare la conseguente fase di stallo della struttura tecnica
dell’Assessorato, gli agricoltori diventano sempre più delusi e
scontenti.
“Non
basta l’analisi tecnica della vicenda, serve un immediato e deciso
cambio di passo - denuncia il presidente di Coldiretti Taranto,
Alfonso Cavallo –. Stiamo perdendo competitività, perché sono
bloccati da due anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati
nel lontano 2016. Responsabilmente, abbiamo aspettato che il portale
‘costruito’ apposta per accelerare l’iter di inserimento delle
domande delle imprese agricole e avviare subito gli investimenti
facesse riguadagnare il tempo perduto. Invece, il rimedio si è
rivelato peggiore del male. Il portale telematicamente funziona
perfettamente – denuncia Cavallo - ma il manuale d’istruttoria
previsto non è mai stato elaborato e ciò ha dato la stura
all’inserimento di dati circa rese e prezzi dei prodotti, senza che
venissero posti dei paletti o i dati imputati fossero comprovati da
documentazione probante. Quanto sta accadendo sul Psr in Puglia è la
dimostrazione della paralisi in cui versa la macchina amministrativa
dell’Assessorato all’Agricoltura”.
Intanto,
mentre il Psr non decolla per gli intoppi della macchina
amministrativa e burocratica, è lunga la lista di imprese agricole,
che hanno anticipato investimenti per l’acquisto di macchinari,
strumenti, realizzazione di serre, prefabbricati, impianti irrigui e
che, a distanza di due anni, non hanno potuto neppure perfezionare le
pratiche di finanziamento e chissà quando potranno avere le risorse
utili all’innovazione e allo sviluppo.
“Il
Psr e la mancata semplificazione amministrativa – aggiunge il
direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario - sono le due facce
della stessa medaglia, perché manifestano sordità della pubblica
amministrazione verso le necessità delle imprese agricole pugliesi,
che chiedono maggiori conoscenze delle esigenze del tessuto
imprenditoriale e un atteggiamento meno vessatorio sul fronte della
montagna di carte e cavilli burocratici, che rallentano lo sviluppo.
Basti pensare a quanto accaduto relativamente alla misura sul
‘benessere animale’, voce determinante per la zootecnia della
provincia di Taranto, che non era stata minimamente contemplata nel
Psr. E, oggi, dopo la nostra dura presa di posizione, è stata
inserita”.