TARANTO.
Decine di aziende dell’arco ionico – tarantino, molte delle quali
ricadenti nel territorio di Mottola, Martina Franca e Laterza, hanno
già aderito al contratto di filiera bovina sostenibile nel sud.
Prevede lo sviluppo di allevamenti di carne con capi al 100% made in
Italy. Si tratta di un accordo sottoscritto tra agricoltori aderenti
alla Coldiretti, Inalca del gruppo Cremonini che si occupa di
trasformazione e Bonifiche Ferraresi spa (per l’ingrasso al nord).
Riguarda la produzione di bovini da carne per le razze Limousine e
Charolaise di qualità.
Il
progetto punta ad aumentare la quota di carni provenienti da capi
nati e allevati in Italia. In questo modo si garantisce ai
consumatori un prodotto sano, sicuro e di qualità, si sostiene
un’attività che può offrire nuove opportunità di lavoro nelle
aree del Mezzogiorno, con un prezzo minimo garantito remunerativo
agli allevatori. Si offre anche un contributo al sistema Paese con la
riduzione delle importazioni e il mantenimento del territorio.
“Chi
aderisce alla filiera non deve più subire, come in passato, le
oscillazioni del prezzo, ma diventa parte integrante dell’accordo.
Sulla stessa lunghezza d’onda, quindi, per la prima volta,
finiscono il trasformatore, il produttore e il consumatore: oggi
abbandonano la concorrenza e cominciano a dialogare.
Il
contratto di filiera – spiega Alfonso Cavallo, presidente
Coldiretti Taranto – garantisce all’allevatore garantito un
prezzo congruo, giusto, necessario affinchè riesca a vivere e non a
sopravvivere. E’, poi, garanzia finale per il consumatore perché
si tratta di carne di qualità 100% italiana: c’è un uso prudente
e responsabile degli antibiotici e benessere animale”.
Nell’arco
ionico – tarantino, c’è stato già un buon riscontro da parte di
allevatori tradizionali, ma soprattutto da parte di giovani che, con
un primo insediamento, intendono investire in agricoltura attraverso
un progetto di filiera già definito. Questo avrà un impatto
economico, ma anche occupazionale non indifferente.
“Nella
provincia ionica – aggiunge Aldo De Sario, direttore Coldiretti
Taranto – sono già molti i giovani allevatori che hanno inteso
continuare l’attività tramandata dal padre nel mondo agricolo,
puntando, però, alla diversificazione nel settore zootecnico: hanno
così deciso di affiancare al tradizionale allevamento di bovini da
latte anche quello di bovini da carne, creandosi anche un reddito
aggiuntivo”.
Il
punto di forza di questo contratto è il coinvolgimento di tutte le
fasi produttive, dall’allevamento alla macellazione, lavorazione e
confezionamento fino alla commercializzazione, realizzando così una
vera filiera. “In questo modo – continua Cavallo - si
contribuisce anche a valorizzare le aree agricole marginali del sud
vocate all’allevamento estensivo della linea vacca-vitello”.
La
sostenibilità è un altro elemento cardine del progetto che persegue
il raggiungimento del benessere nelle stalle, una gestione
sostenibile dei pascoli, il mantenimento dei livelli di occupazione e
il miglioramento della genetica.