“I
drammatici effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica
sul territorio sono tangibili e documentabili.
Si sono consolidate
nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie
delle opere pubbliche di bonifica – denuncia Coldiretti Taranto -
che non possono e non devono essere scaricate sull’incolpevole
platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito
nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e
oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi
impraticabili e deleteri”.
Per
questo, “ribadiamo la necessità di sospendere il pagamento degli
oneri di contribuenza, in attesa che sia rideterminata una misura
equa dei contributi di bonifica, vincolati alla sola manutenzione
ordinaria, in modo che i contribuenti siano chiamati a pagare in
termini sostenibili e per servizi di cui finalmente e realmente
beneficiano”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti
Taranto, in una campagna irrigua agli esordi, ma che già risulta
complicata.
“E’
indispensabile che il Consorzio di bonifica Centro – Sud Puglia si
faccia carico, attraverso un piano organico pluriennale, di tutti gli
interventi di manutenzione straordinaria della rete di scolo –
aggiunge Cavallo - al fine di non gravare di oneri impropri i
consorziati, già colpiti sia patrimonialmente, che nella formazione
del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa
della mancata manutenzione delle strutture di bonifica”. L’auspicio
di Coldiretti Taranto è che si realizzino investimenti in
infrastrutture irrigue e, soprattutto, che si avviino fattivamente
interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui
collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua
potabile nelle aree rurali”.
“La
mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione –
incalza il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario –
comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad
essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno
rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro
del danno ambientale”; questo, in considerazione dei riflessi
negativi sui costi dell’irrigazione per l’utenza e sui bilanci
degli stessi Consorzi, escludendo la presenza della cabina di regia
sull’acqua di AQP, per evitare un aggravio dei costi a causa
dell’Iva e per riaffermare la necessità dell’autogoverno delle
attività consortili, dalla bonifica alla gestione dell’acqua.