CITTADINI
MULTATI, MENTRE CHI COMANDA LA POLIZIA MUNICIPALE SOSTA, SENZA
GRATTINO, SULLE STRISCE BLU.
Mentre
molti cittadini si stanno attivando per fare ricorso, dopo essere
stati multati, per aver messo in sosta la propria auto sulle strisce
blu, senza titolo di pagamento, l’assessore comunale alla Polizia
Municipale e Viabilità, Francesco Paolo Taranto, parcheggia la
propria auto, una Renault, sotto il Palazzo Municipale, in via
Vanvitelli, all’interno dell’area delimitata dalle strisce blu,
senza esporre alcun titolo di pagamento.
“Ma,
allora, quelle strisce blu sono illegittime o legittime solo per i
comuni mortali?”. A chiederselo, è Angelo Laterza, che, sulla
questione, ha intrapreso una vera e propria battaglia, facendo
arrivare in loco anche le telecamere di “Striscia la notizia”.
Allo stesso cittadino, proprio per aver parcheggiato la sua Lancia Y
in via Risorgimento “senza titolo di pagamento”, sono già state
notificate tre multe; ma, nel frattempo, ha anche collezionato un
quarto verbale, l’8 aprile scorso, sempre in via Risorgimento, al
civico 97.
Una
battaglia inutile, la sua? “Niente affatto – replica Laterza -. I
tempi della giurisprudenza sono lunghi, ma non vani. Intanto, in
merito alla prima multa, ho già vinto il ricorso”.
Il
Giudice di Pace di Taranto, infatti, il 16 febbraio 2012, ha disposto
l’annullamento totale del verbale di accertamento, eseguito, dai
Vigili di Mottola, il 23 maggio del 2011, definendo, quindi, come,
non dovuta, da parte di Laterza, la multa di € 41,48.
Ma
Laterza avverte: “Ho già depositato il ricorso per la seconda
multa, presa il 31 dicembre 2012 e notificatami il 19 marzo scorso.
Se vincerò, come sono convinto che accadrà, mi rivolgerò alla
Procura della Repubblica – Sessione Penale e chiederò la condanna
per ‘lite temeraria’: quando si agisce con la consapevolezza del
proprio torto o con intenti dilatori o defatigatori”.
Questo
comportamento è illecito e, quindi, in caso di soccombenza, vi è
una responsabilità aggravata, che comporta il risarcimento di tutti
i danni alla parte lesa, derivanti dalla partecipazione ad un
giudizio ingiustificato.
Fonte:
CORRIERE DEL GIORNO