IL
30% DELLE AZIENDE HA CHIUSO, E IN ESTATE SI AGGIUNGERA' UN 20%.
S'interrompe,
almeno per ora, la protesta, dei Forconi Puglia, in presidio
permanente presso San Basilio – Mottola, dallo scorso 11 marzo.
Dalla Regione Puglia, arrivano le prime risposte.
Lunedì
scorso, infatti, una rappresentanza dei manifestanti, accompagnati
dal consigliere regionale Antonio Martucci, è stata ricevuta dal
presidente della giunta regionale Nichi Vendola. Gli esiti
dell'incontro sono stati resi noti, ieri mattina, durante una
conferenza stampa, dallo stesso Martucci e dal presidente dei Forconi
Puglia, Giuseppe Caponio.
La
protesta era iniziata due mesi fa, in quanto gli allevatori
recriminavano il gap esistente tra il prezzo del latte ed i costi di
produzione, troppo alti e, quindi, insostenibili. Chiedevano anche la
tracciabilità del prodotto negli esercizi di vendita. E, la prima
risposta arrivata, riguarda proprio la tracciabilità: “Il
presidente Vendola – ha spiegato Martucci – ha messo a nostra
disposizione l'ufficio regionale all'Agricoltura, perché si attui
quell'iter burocratico, che garantisca l'individuazione e la
riconoscibilità della qualità del prodotto; in altri termini, la
tanto agognata tracciabilità”.
Ma,
quest'iter burocratico sarebbe potuto partire già da tempo, visto
che, durante l'incontro regionale, è emerso che coloro che si
occupano della trasformazione del latte si erano già detti
disponibili a pagarlo di più alla stalla, purché se ne fosse
garantita proprio la tracciabilità. Ma, se questa disponibilità da
parte delle aziende di trasformazione, era già stata manifestata,
perché gli allevatori non ne sono mai stati informati?
La
risposta arriva dallo stesso Martucci: “I primi nemici degli
allevatori sono le associazioni di categoria, che nulla hanno fatto
per garantirne i diritti”. E non la pensa diversamente neanche il
popolo dei Forconi: “Ci siamo sentiti sempre abbandonati, ha
dichiarato il loro presidente Giuseppe Caponio – da coloro
considerati ex sindacati di categoria, rei di non averci mai tutelati
abbastanza. A non essere salvaguardati sono gli operatori del
settore, i nostri prodotti autoctoni, primo, fra tutti, il latte, ma
anche le nostre famiglie”. A rischio, è anche il futuro dei figli
degli allevatori: la grave crisi, in cui versa il settore zootecnico,
impedisce a coloro, che se ne occupano, di mettere da parte le
risorse finanziarie, necessarie per sostenere le spese di studio dei
propri figli. Il 30% delle aziende zootecniche ha già chiuso
battenti e, per agosto, se ne prevede la chiusura per un altro buon
20%. il settore è al collasso. Intanto, il prossimo 29 maggio, i
Forconi si ritroveranno nell'ufficio regionale all'Agricoltura, per
verificare gli sviluppi del percorso burocratico, intrapreso per
garantire una certificazione al latte pugliese. Rimosso il presidio
permanente, i Forconi si attiveranno, a breve, anche per creare un
centro di assistenza fiscale ed un nuovo mini sindacato, costituito,
rappresentato e gestito unicamente da allevatori.
MARIA
FLORENZIO
Fonte:
NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA