Reparti
che chiudono, personale che manca, strutture che da complesse passano
a semplici e la paura, tanta, di perdere il diritto all’assistenza
sanitaria.
Tutto
questo accade qui, tra Taranto e la sua provincia.
Come mostriamo in
questa pagina l’agitazione è tanta davanti alle numerose
difficoltà della sanità tarantina. Ma perchè il sistema sanitario
ionico non funziona come dovrebbe?Lo abbiamo chiesto a Franco
Brunetti della segreteria della Uil Fpl, nonchè dipendente dell’Asl
tarantina che conosce bene pregi e difetti della sanità locale.
Segretario
recentemente l’Asl ha disposto il cambio da strutture complesse a
semplici di alcuni reparti degli ospedali ionici, da Grottaglie a
Taranto. Questi cambiamenti cosa comportano?
“Per il paziente nulla, solo una riduzione nella busta paga dell’ex primario”.
“Per il paziente nulla, solo una riduzione nella busta paga dell’ex primario”.
Quante
strutture sono state trasformate?
“Una trentina circa così come, peraltro, era stato disposto nella delibera regionale n. 13/88 del 2012 che ne prevede 87”.
“Una trentina circa così come, peraltro, era stato disposto nella delibera regionale n. 13/88 del 2012 che ne prevede 87”.
I
posti letto per la provincia ionica sono inferiori, nel rapporto con
la popolazione, rispetto al resto della Puglia. E c’è chi paventa
la chiusura di altri ospedali, dopo quelli di Massafra e Mottola,
come ad esempio Grottaglie. Esiste davvero questo rischio?
"Se le cose non cambieranno sicuramente sì, anche perchè nel piano di rientro è stabilito che gli ospedali, per rimanere attivi, devono avere la cardiologia e la rianimazione. Ad eccezione di Manduria, dove la rianimazione è stata peraltro inaugurata solo recentemente, gli ospedali di Castellaneta e di Martina Franca non dispongono di questi reparti e quindi esiste una seria difficoltà a tenerli aperti secondo i dettami del piano sanitario. A Grottagie la situazione è simile perchè esclusa la medicina, la ginecologia e la chirurgia non c’è altro”.
"Se le cose non cambieranno sicuramente sì, anche perchè nel piano di rientro è stabilito che gli ospedali, per rimanere attivi, devono avere la cardiologia e la rianimazione. Ad eccezione di Manduria, dove la rianimazione è stata peraltro inaugurata solo recentemente, gli ospedali di Castellaneta e di Martina Franca non dispongono di questi reparti e quindi esiste una seria difficoltà a tenerli aperti secondo i dettami del piano sanitario. A Grottagie la situazione è simile perchè esclusa la medicina, la ginecologia e la chirurgia non c’è altro”.
Ma
se chiudono anche questi ospedali cosa accadrà?
“E’ questo il problema. Quando è stato adottato il piano di rientro nel 2011 fu annunciato il passaggio alla medicina territoriale, ovvero all’attivazione di ambulatori che funzionino a dovere. Quindi, ai tagli doveva essere contestualmente avviato il funzionamento dei servizi assistenziali ambulatoriali. Questo ad oggi non esiste ancora perchè nei poliambulatori si fa quello che si può e come si può”.
“E’ questo il problema. Quando è stato adottato il piano di rientro nel 2011 fu annunciato il passaggio alla medicina territoriale, ovvero all’attivazione di ambulatori che funzionino a dovere. Quindi, ai tagli doveva essere contestualmente avviato il funzionamento dei servizi assistenziali ambulatoriali. Questo ad oggi non esiste ancora perchè nei poliambulatori si fa quello che si può e come si può”.
Bisogna
cambiare quindi abitudini. Ovvero la gente deve imparare a rivolgersi
prima al medico di base e poi all’ospedale.
Fonte: www.tarantosera.info.