“I
riti della Settimana Santa tra religiosità e devozione popolare”:
se n’è parlato l’altra sera, nel corso di un convegno, con
l’associazione culturale “Pro Mottola”.
Ad
aprire i lavori Stefano Ancona, presidente del sodalizio, che, tra
gli altri soci, vanta anche la presenza del M° Pietro De Mitis,
“vero trainer” e della fattiva vicepresidente Filomena
D’Auria.
Il presidente Ancona ha saluto i presenti, per, poi, passare la parola all’assessore alla Cultura Annamaria Notaristefano e ai due relatori del convegno, non prima di aver fatto una sintesi degli impegni attuali e passati degli stessi: il giornalista e professore palagianellese Antonio Alemanno e lo storico locale Vito Fumarola, entrambi consiglieri del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia - Bari Società di Storia Patria per la Puglia.
Alemanno, partendo dal movimento dei flagellanti, nato nel 1258 in Umbria, ha passato in rassegna i riti della Settimana Santa così come vengono vissuti nella nostra provincia. A Castellaneta, il venerdì sera, dalla cattedrale, esce la processione dei Misteri detta “Cristo dei Cattolici”; il sabato santo, all’alba, è la volta della processione detta “Cristo del Popolo”. Un riferimento anche al capoluogo ionico e, quindi, alle due processioni dell’Addolorata, che esce dalla chiesa di San Domenico e dei Misteri del Carmine. D’obbligo anche un cenno a Mottola, alla processione del venerdì santo, organizzata dal Comitato Interconfraternale e a quella del Carmine, che esce all’alba del sabato santo.
Un salto anche a Ginosa per la Passio Christi; a Laterza, dove c’è l’usanza di ricoprire gli altari della deposizione con piatti colmi di gialli germogli; a Palagiano, dove, il venerdì santo, si fa il digiuno di carità. Alemanno ha, poi, concluso la sua relazione con i riti di Palagianello, con la processione del Venerdì Santo, che esce dal castello Caracciolo e di Massafra, dove resiste la tradizione dei “crucifissi” nel fondo della gravina della Madonna della Scala.
Vito Fumarola ha posto l’accento sull’importanza del movimento confraternale pugliese, che conta più di duecentocinquantamila sodali e più di novecento sodalizi confraternali. Unica nel panorama cerimoniale per la commistione tra sacro e profano, come riferitoci da Fumarola, è la processione del venerdì santo a S. Marco in Lamis. All’alba del venerdì santo, parte la processione dell’Addolorata. Una folla commossa e partecipe, cantando inni, accompagna la Madonna per le vie del paese. Nel pomeriggio, poi, chiassosi gruppi portano le fracchie in prossimità della chiesa dalla quale si snoderà, di lì a poco, una nuova processione sempre con la statua dell’Addolorata: questa volta, però, per le strade si mescolano urla, grida e schiamazzi.
A Roseto Valfortore (FG), la Domenica delle Palme, ad essere contesi non sono i simboli processionali, ma le “parti” cioè i personaggi della Passione. Accenti fortemente penitenziali conserva ancora la “processione delle catene”, che ha luogo a Troia: devoti dal viso coperto si portano in adorazione del “sepolcro”, caricati da una pesante croce. Alle caviglie hanno catene e ferraglie.
Un cenno anche all’imponente e spettacolare processione dei Misteri, che si tiene il venerdì santo a Valenzano. Ben 37 sono i gruppi statuari in cartapesta, che richiedono l’impegno e lo sforzo di 8-10 portatori. Qui, tranne tre statue, tutte le altre non sono di committenza confraternale, ma sono quasi tutte di proprietà privata e vengono custodite dalle famiglie, che le hanno ereditate o commissionate. Un excursus, quello di Fumarola, che non ha tralasciato neanche i pappamusci di Francavilla Fontana, le paranze mottolesi, le poste di Taranto, i bubbli di Grottaglie.Maria Florenzio
Il presidente Ancona ha saluto i presenti, per, poi, passare la parola all’assessore alla Cultura Annamaria Notaristefano e ai due relatori del convegno, non prima di aver fatto una sintesi degli impegni attuali e passati degli stessi: il giornalista e professore palagianellese Antonio Alemanno e lo storico locale Vito Fumarola, entrambi consiglieri del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia - Bari Società di Storia Patria per la Puglia.
Alemanno, partendo dal movimento dei flagellanti, nato nel 1258 in Umbria, ha passato in rassegna i riti della Settimana Santa così come vengono vissuti nella nostra provincia. A Castellaneta, il venerdì sera, dalla cattedrale, esce la processione dei Misteri detta “Cristo dei Cattolici”; il sabato santo, all’alba, è la volta della processione detta “Cristo del Popolo”. Un riferimento anche al capoluogo ionico e, quindi, alle due processioni dell’Addolorata, che esce dalla chiesa di San Domenico e dei Misteri del Carmine. D’obbligo anche un cenno a Mottola, alla processione del venerdì santo, organizzata dal Comitato Interconfraternale e a quella del Carmine, che esce all’alba del sabato santo.
Un salto anche a Ginosa per la Passio Christi; a Laterza, dove c’è l’usanza di ricoprire gli altari della deposizione con piatti colmi di gialli germogli; a Palagiano, dove, il venerdì santo, si fa il digiuno di carità. Alemanno ha, poi, concluso la sua relazione con i riti di Palagianello, con la processione del Venerdì Santo, che esce dal castello Caracciolo e di Massafra, dove resiste la tradizione dei “crucifissi” nel fondo della gravina della Madonna della Scala.
Vito Fumarola ha posto l’accento sull’importanza del movimento confraternale pugliese, che conta più di duecentocinquantamila sodali e più di novecento sodalizi confraternali. Unica nel panorama cerimoniale per la commistione tra sacro e profano, come riferitoci da Fumarola, è la processione del venerdì santo a S. Marco in Lamis. All’alba del venerdì santo, parte la processione dell’Addolorata. Una folla commossa e partecipe, cantando inni, accompagna la Madonna per le vie del paese. Nel pomeriggio, poi, chiassosi gruppi portano le fracchie in prossimità della chiesa dalla quale si snoderà, di lì a poco, una nuova processione sempre con la statua dell’Addolorata: questa volta, però, per le strade si mescolano urla, grida e schiamazzi.
A Roseto Valfortore (FG), la Domenica delle Palme, ad essere contesi non sono i simboli processionali, ma le “parti” cioè i personaggi della Passione. Accenti fortemente penitenziali conserva ancora la “processione delle catene”, che ha luogo a Troia: devoti dal viso coperto si portano in adorazione del “sepolcro”, caricati da una pesante croce. Alle caviglie hanno catene e ferraglie.
Un cenno anche all’imponente e spettacolare processione dei Misteri, che si tiene il venerdì santo a Valenzano. Ben 37 sono i gruppi statuari in cartapesta, che richiedono l’impegno e lo sforzo di 8-10 portatori. Qui, tranne tre statue, tutte le altre non sono di committenza confraternale, ma sono quasi tutte di proprietà privata e vengono custodite dalle famiglie, che le hanno ereditate o commissionate. Un excursus, quello di Fumarola, che non ha tralasciato neanche i pappamusci di Francavilla Fontana, le paranze mottolesi, le poste di Taranto, i bubbli di Grottaglie.Maria Florenzio
Fonte: piazzanews.it