“Non
si può tener conto solo del criterio altimetrico per definire il
tributo che penalizza le imprese agricole a presidio del territorio.
Ci si aspetta dal Governo interventi di sostegno e non certo
ulteriori aggravi fiscali”.
“La
possibile imminente emanazione del decreto del ministero
dell’Economia, che rivede l’applicazione dell’Imu nelle zone
montane al di sotto dei 600 metri, è inaccettabile. Individua i
terreni agricoli da assoggettare al tributo soltanto sulla base del
criterio altimetrico dove sono situati i Comuni ed arriva a ridosso
della scadenza dei termini di pagamento. L’esenzione Imu per i
terreni agricoli, che fino a oggi copriva più della metà della
provincia di Taranto, verrà cancellata con un colpo di spugna. Nelle
intenzioni del Governo saranno esentati solo i Comuni con altitudine
superiore a 600 metri: i Comuni ricadenti nella fascia tra 281 e 600
metri di altitudine, ovvero Laterza, Martina Franca e Mottola avranno
un’esenzione parziale, limitata ai coltivatori diretti e agli
imprenditori agricoli professionali; tutti gli altri saranno
obbligati a pagare l’ennesima tassa iniqua. Inoltre, obbliga gli
agricoltori e tutti i possessori di terreni agricoli a pagare in
un’unica soluzione, entro il prossimo 16 dicembre, anziché in due
rate come tutti gli altri contribuenti”.
Ci
si domanda: nel nuovo contesto, quale sarà il ruolo dei Comuni
nell’affrontare la delibera di approvazione dei loro bilanci
considerando che alcuni di loro erano totalmente esenti? Quale sarà
il reale peso di eventuali ricorsi che si dovessero attivare?
Lo
sottolineano Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri e
Confagricoltura Taranto in relazione al provvedimento in gestazione
che eliminerebbe l’esenzione totale in circa duemila comuni.
Cia
Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri e Confagricolutara
Taranto invitano il Governo ad escludere l’entrata in vigore delle
nuove disposizioni per la loro indubbia violazione del principio
sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere
adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla
entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.
Peraltro
– osservano ancora Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri
e Confagricoltura Taranto – molti dei Comuni interessati
dall’estensione dei territori colpiti dall’imposta ricadono in
zone dove si sono registrati noti e disastrosi effetti del maltempo
sia di recente che durante tutto il 2014.
“In
un momento contrassegnato dalla grave crisi economica, con
difficoltà di accesso al credito, ci si aspetta dal Governo –
concludono Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri e
Confagricoltura Taranto – interventi di sostegno alle imprese
agricole e non certo ulteriori aggravi fiscali”.