L’Associazione
Pensionati di Taranto ha partecipato con una propria delegazione
guidata dal Presidente Provinciale Michele D’Ambrosio alla giornata
di mobilitazione dei pensionati del mezzogiorno, con Francesco
Passeri e Vito Rubino (presidente e direttore Cia Taranto).
Di fronte
al crescente disagio ed al malessere sociale degli anziani
l’Associazione Nazionale Pensionati Confederazione Italiana
Agricoltori ha deciso di intensificare la mobilitazione promuovendo
una campagna di assemblee ed incontri e due manifestazioni
interregionali per sensibilizzare i Parlamentari e le forze politiche
affinché approvino provvedimenti in favore degli anziani.
Insieme ai problemi dell’economia, ai lavoratori, alle imprese,
alle riforme istituzionali, ci devono essere anche i problemi delle
pensioni, dei servizi socio assistenziali, dei presidi
sanitari, delle imposte e tasse.
L’iniziativa
per il Mezzogiorno dell’Associazione Nazionale Pensionati
Confederazione Italiana Agricoltori si è svolta a Bari presso
l’Hotel Majesty dove sono arrivate diverse delegazioni di
pensionati, da tutte le province del Mezzogiorno di Italia tra cui
quella di Taranto, e dove si è tenuto un incontro pubblico
presieduto dal Presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba,
l’introduzione di Francesco Tinelli, Presidente dell’Anp Puglia,
cui sono seguiti gli interventi del Presidente nazionale dell’Inac
(Istituto Nazionale Assistenza ai Cittadini – il patronato della
Cia) nonché responsabile Welfare della Cia nazionale, Antonio
Barile, e del Presidente nazionale dell’Anp, Vincenzo Brocco, ha
concluso la manifestazione il VicePresidente nazionale della Cia
Alessandro Mastrocinque.
La
Legge di Stabilità e i suoi effetti sia sul patronato che sul
welfare e sui pensionati sono stati al centro del dibattito della
giornata di mobilitazione.
Nei
prossimi decenni, il 40% della popolazione sarà over 60; il fenomeno
dell’invecchiamento della popolazione è il più significativo
cambio strutturale della società del 21° secolo. L’Italia è uno
dei Paesi più vecchi al mondo. La popolazione degli ultra
sessantacinquenni si attesta su circa 12,5 milioni di persone, pari
al numero tra i 15 e 34 anni. Nei prossimi anni ci sarà
il ‘boom’ demografico del raddoppio degli ultra ottantenni: si
rende quindi necessaria una seria politica in favore degli anziani,
inderogabile e non più rinviabile.
Il
segretario regionale dell’Associazione Nazionale Pensionati
Confederazione Italiana Agricoltori Puglia Francesco Tinelli ha
evidenziato la esigenza di provvedimenti seri e concreti sia per
quanto riguarda il bonus degli 80 euro ai pensionati, che la
rivalutazione degli assegni pensionistici, perché la soglia di
povertà si allarga sempre più.!
Il
presidente nazionale dell’Inac Antonio Barile ha ricordato che la
legge di Stabilità sul fondo patronati - mette a rischio migliaia di
posti di lavoro e determina una drastica riduzione della capillarità
sul territorio, con la chiusura degli uffici più piccoli (zone
rurali dove neanche gli enti previdenziali sono presenti).
Vincenzo
Brocco presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Pensionati
Confederazione Italiana Agricoltori, ha messo in evidenza che la
Legge di Stabilità, pur ponendosi l’obiettivo condiviso di
rilanciare l’economia, l’occupazione e l’impresa, mortifica i
pensionati, fra i quali 8 milioni vivono con assegni mensili sotto i
mille euro e 2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro, e che - ha
spiegato il presidente dell’Anp - perdurando la recessione, nel
2015 rischiano l’indicizzazione zero se non la riduzione delle già
magre pensioni. Oggi il 44 per cento dei pensionati vive in semi
povertà e il 10 per cento non riesce neppure ad acquistare prodotti
alimentari e medicine.
il
Vice Presidente nazionale della Cia Alessandro Mastrocinque, nel
concludere i lavori, ha ricordato che L’Anp e la Cia hanno deciso
di mobilitarsi e rivendicare equità e giustizia sociale, facendo
appello alle istituzioni per interventi immediati, concreti ed
efficaci a favore dei pensionati. Nello specifico si chiede:
l’estensione del bonus di 80 euro mensili e l’adeguamento
progressivo dei minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale
(640 euro mensili) come chiesto dalla Carta Sociale Europea; il
recupero del potere d’acquisto delle pensioni (già eroso del 30%)
attraverso una più puntuale indicizzazione e la riduzione del
drenaggio fiscale nazionale e locale; l’attuazione della riforma
sanitaria con moderne protezioni, presidi e servizi nei centri
rurali; l’eliminazione delle liste d’attesa e la riduzione
selettiva dei ticket; risorse economiche adeguate per il sociale e la
non autosufficienza; il ripristino pieno del fondo Patronati.
Fonte: Associazione Nazionale Pensionati CIA