Agricoltori
ormai sconcertati sulla vicenda dell’Imu. Agitazione e fermento
nelle campagne per una misura che considerano iniqua.
A
sostenerlo è la Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto
che dichiara tutte le sue perplessità sulla vicenda.
Con
una nota l’Istat si sfila dalla responsabilità dei dati utilizzati
dal Governo per individuare i criteri e i parametri che hanno
generato l’Imu sui terreni agricoli. Questo mostra un’evidente
situazione di caos, le cui spese verranno pagate da agricoltori e
collettività. A questo punto viene anche il sospetto che alla fine
la responsabilità di quello che sta accadendo si voglia far ricadere
sugli agricoltori, su coloro che stanno subendo le conseguenze di
questa condizione che si è creata.
Il
Governo, intervenendo sulla revisione dei criteri di determinazione
delle aree di esenzione Imu dei terreni agricoli avvenuta con il
disegno di legge 4/15, ha sottolineato la congruità dei nuovi
parametri, definiti sull’effettiva natura e posizione dei terreni
agricoli. Peccato che oggi l’Istat ci dice che quella
classificazione non è stata più aggiornata e non tiene conto delle
mutate condizioni di molti Comuni, come ad esempio quelli
appartenenti a comprensori di bonifica montana.
E
se il Tar del Lazio ha obbligato il Governo a rivedere i primi
criteri, introdotti con il decreto interministeriale del 28 novembre,
alla luce di queste precisazioni dell’Istat non potrà che
procedere analogamente rispetto ai nuovi criteri.
Così
l’Istat “fa spallucce” sulle scelte del Governo e non c'è
stato nessun incontro o confronto prima di procedere all'approvazione
del disegno di legge 4/2015, il quale ha modificato per l'ennesima
volta i criteri d’esenzione dei terreni agricoli.
A
questo punto dobbiamo aspettarci di tutto, anche una comunicazione da
parte del Ministero dell’Economia e del Ministero delle Politiche
agricole in cui dichiarano che non c’entrano nulla.
È
del tutto palese che quanto affermano gli agricoltori e fortemente
sostenuto dalla Cia, non rappresenta una mera e strumentale
rivendicazione, ma coglie l’evidente iniquità e irragionevolezza
di questa norma che necessariamente deve essere sostanzialmente
revisionata.
Fonte: CIA Taranto.