Era uno dei cavalli di battaglia
della campagna elettorale dell’attuale amministrazione comunale di centro
sinistra. Nella realtà dei fatti, però, come spesso accade, si è rivelata soltanto
una promessa disattesa o, nella migliore delle ipotesi, una mera illusione. Stiamo
parlando di un più attento ciclo della raccolta differenziata e di un nuovo
modo di concepire il rifiuto, non più inteso come materiale inutile da dover smaltire
attraverso l’incenerimento ma, anzi, risorsa da recuperare mediante un processo
che termina con la creazione di un nuovo prodotto utilizzabile.
Nei tre anni di giunta Pinto le
percentuali registrate di R.D. sono bassissime, in linea con quelle che son
state le cifre (di qualche punto leggermente superiori) dei due lustri di
amministrazione targati Quero, certificando quindi una triste quanto beffarda
continuità tra le due forze politiche che hanno governato il paese negli ultimi
vent’anni. Limitandosi a dare uno sguardo ai dati più recenti, emerge una
situazione allarmante: nel 2014 la raccolta differenziata si è attestata
intorno al 15% a fronte di una produzione di ben 5.649.740,00 kg di rifiuti
indifferenziati da parte dei cittadini mottolesi; nel 2015, invece, per quanto
attiene ai primi quattro mesi dell’anno, la percentuale è scesa ulteriormente
al 14,41% con 1.787.660,00 kg di rifiuti indifferenziati smaltiti.
La grave assenza di politiche
comunali volte alla sensibilizzazione dei concittadini verso una maggiore accortezza
nella gestione domestica dei rifiuti prodotti e al loro riciclo, rientranti
nella più ampia ottica della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, e
l’imbarazzante silenzio col quale è stata accolta prima la nomina di Tamburrano
alla presidenza della provincia ionica e poi il probabile allargamento
dell’impianto di incenerimento sito nel vicino comune di Massafra, fanno da
scenario ad un panorama collinare nel quale vigono un rumoroso immobilismo e
una colpevole approssimazione che dovrebbero aprire una profonda riflessione su
un tema così importante per l’amministrazione di un ente territoriale.
E’ infatti pacifico l’assunto che
un processo di raccolta differenziata rigoroso che passi attraverso la responsabilizzazione
e l’educazione di ogni singolo cittadino, introducendo anche sistemi di
premialità, comporta inevitabilmente un risparmio in termini economici ma
soprattutto una migliore qualità e salubrità dell’ambiente nel quale si vive.
Le inadempienze appena
evidenziate e il silenzio dell’opposizione sul tema avranno l’effetto
inevitabile di far pagare all’intera collettività mottolese l’ecotassa, tributo
regionale sui rifiuti conferiti in discarica o negli impianti di incenerimento,
previsto proprio per incentivare tutti i comuni pugliesi ad attivare pratiche
virtuose per aumentare le percentuali di raccolta differenziata. In sostanza, più
alta è la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, maggiore per i comuni
sarà il tributo da versare nelle casse regionali. A testimonanzia di ciò, i cittadini
più attenti avranno notato come negli ultimi giorni siano apparsi per le vie
del paese degli avvisi recanti l’invito a produrre più R.D. possibile affinchè
le percentuali aumentino del 5% rispetto al dato di dicembre scorso e si scongiuri
così il rischio di corrispondere cifre maggiori.
Posto che un aumento sensibile
delle percentuali di raccolta differenziata è ottenibile esclusivamente
attraverso un servizio porta a porta spinto e premesso che Mottola rientra nell’
ARO TA/2, ente territoriale composto da altri comuni limitrofi che dovrà affidare
ad un’unica impresa l’intera gestione del servizio di raccolta, trasporto e
smaltimento dei rifiuti, sembra legittimo chiedersi come mai sia stato
possibile in tre anni di amministrazione Pinto non attivare campagne di
sensibilizzazione tra la popolazione per incentivare a produrre il maggior
numero di rifiuti differenziati. Come sembra lecito domandarsi se sia opportuno
l’appello di una giunta comunale (e del suo assessore al ramo) che esorti la
popolazione ad aumentare i livelli percentuali di R.D. per un limitatissimo
periodo, il mese di giugno, al solo fine di evitare un minimo aumento del
tributo dovuto alla Regione Puglia, senza una benché minima parvenza di un
progetto di più ampio respiro.
In sostanza, è concepibile che
un’amministrazione non intraprenda azioni volte a sperimentare coi propri
cittadini le nuove frontiere costituite da quegli innovativi sistemi di
raccolta dei rifiuti, come potrebbe essere quello “porta a porta”, che andranno
a soppiantare l’odierno e vetusto ciclo? SI ha idea di quali difficoltà potrebbero
incolpevolmente incontrare la maggior parte dei mottolesi, abituati da sempre a
gettare l’immondizia nel cassonetto più vicino e poco avvezzi a qualsiasi altro
tipo di raccolta di rifiuti?
Alla luce di tutto questo, non
sembra troppo auspicare un’inversione di rotta abbastanza celere per non doverci
trovare in futuro ad affrontare grossi problemi di gestione di un ciclo di
raccolta differenziata totalmente diverso, virtuoso ed intelligente ma
assolutamente innovativo e più impegnativo, che se attuato male potrebbe
vanificare buoni propositi e gravare più del dovuto sulle tasche di tutti i
cittadini mottolesi.