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martedì 4 agosto 2015

COMUNICATO STAMPA M5S: CONSIGLIO COMUNALE E TASI...!!!


Il consiglio comunale andato in scena lo scorso mercoledì 29 luglio certifica due verità non più nascoste: innanzitutto che alle nostre latitudini le sedute consiliari sembrano assomigliare più al format televisivo di canale 5 “Uomini e donne” che a un momento di serio dibattito tra i rappresentanti delle varie forze politiche in seno all’organo elettivo del comune; in secundis, ma non di importanza minore, che è stato approvato il regolamento relativo alla tariffazione dell’imposta sui servizi indivisibili (la TASI, per intenderci) che quindi saremo costretti tutti a pagare.

Ma partiamo dall’inizio. Vista l’esigenza di approvare il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2015, non più differibile giacché con decreto del Ministero dell’interno era stato fissato nel 30 luglio il termine di scadenza per l’approvazione dei regolamenti riguardanti la fiscalità locale, il presidente del consiglio comunale Carlo De Fiori convocava per lunedì 27 luglio in prima seduta l’assise nella sala convegni di via Vanvitelli.
Non appena tra le fila della maggioranza si intravedevano alcune defezioni, i consiglieri di opposizione abbandonavano l’aula facendo venir meno il numero legale e mettendo a nudo le difficoltà e gli equilibri scricchiolanti della maggioranza, costretta a procrastinare di un paio di giorni la discussione e la votazione dei relativi punti all’ordine del giorno.
Qualche ora dopo il presidente del consiglio comunale De Fiori inviava una stizzita lettera ai consiglieri di maggioranza con la quale convocava una riunione pre-consiglio per serrare le fila del gruppo, esortando alcuni di essi (il consigliere Torsello) a non prendervi parte poiché considerati non graditi. Il tenore di tale missiva costituisce la cartina di tornasole dell’aria che aleggia attorno ad un’amministrazione che, incapace ormai di fronteggiare i mal di pancia interni, mostra i muscoli per difendere quella piccola porzione di terreno rimasta sotto i piedi e non ancora franata: un autogol abbastanza imbarazzante che segnala le difficoltà di una coalizione a tinta PD senza più un preciso progetto politico per il governo della nostra realtà e senza idee innovative per il rilancio del territorio. A ciò si aggiunga la grave condotta politica del presidente del consiglio, che dovrebbe essere organo super partes e garantire la serenità e l’equilibrio del lavoro di tutti i consiglieri comunali senza limitarne facoltà e azioni. Nella realtà dei fatti si è trasformato, invece, nel “capo bastone” che regge le fila dell’intera compagine PD!
Mercoledì 29 luglio finalmente si teneva il consiglio comunale e, come nella migliore delle trame del pomeriggio della De Filippi, iniziavano tre ore di interventi surreali con un balletto di accuse e smentite in tipica salsa italica della serie “siete bravi a inaugurare opere ideate e realizzate durante il nostro quinquennio”, “ci tacciate di non aver fatto nulla ma voi state dimostrando di esser peggio” seguite subito dall’immancabile “noi stiamo realizzando quanto promesso in campagna elettorale a differenza vostra”. A tutto questo faceva da sfondo un continuo via vai dal proprio posto dei consiglieri e una vasta selezione di suonerie di cellulari all’ultimo grido.
Ore e ore di sproloqui vuoti di contenuto e privi di senso a cui nessuno si è sottratto, in un contesto nel quale sarebbe forse stato più proficuo concentrarsi sulle singole voci del bilancio, chiedendo lumi magari sulla mancata rinegoziazione dei mutui da parte del comune o sull’esoso dispendio di risorse per il servizio della raccolta dei rifiuti a fronte di un servizio pessimo o ancora sull’individuazione di tagli alla spesa corrente improduttiva del personale. Insomma, era lecito auspicare un dibattito mirato che potesse spingersi oltre la discussione sull’ opportunità di introdurre o meno una nuova tassa e che riguardasse una visione a più ampio respiro dell’intera vicenda!
L’unica notizia di rilievo, nel marasma e nell’approssimazione generale, riguardava l’approvazione del regolamento sulle tariffe della TASI, la tassa sui servizi indivisibili “che saremo costretti a pagare per far fronte ai tagli del governo Renzi sui trasferimenti agli enti locali”, così come sostenuto dall’assessore Giuseppe Fontana.
Se il diritto di dolersi per l’operato non condivisibile di un governo è sacrosanto, risulta francamente curioso che un’amministrazione comunale come quella mottolese targata PD censuri tali scelte quando non è altro che l’espressione territoriale dello stesso esecutivo che quei tagli agli enti locali ha pensato e compiuto.
Registrate, quindi, da parte del centro-destra le classiche affermazioni demagogiche prive di qualsiasi approfondimento o proposta, a cui ha fatto seguito voto contrario, i consiglieri di maggioranza e la Giunta, dal canto loro, non si sono certo distinti per acume e non hanno saputo trovare migliore soluzione che votare per l’introduzione di un nuovo salasso per le tasche dei cittadini, già stremati da una pressione fiscale alle stelle. Per ovviare a delle politiche che il loro stesso partito a livello nazionale impone!
L’inversione di rotta tanto sperata e un maggiore qualità del dibattito politico-culturale da tanti paventata sono solo fervida immaginazione. La realtà è che l’immobilismo e il tirare a campare sono la filosofia che sottende alle scelte e alla gestione del comune di Mottola!

Non possiamo far altro che pagare la Tasi e attendere che i tempi siano maturi per poter cancellare con un colpo di spugna il brutto ricordo di una amministrazione approssimativa e incapace.