Taranto
- La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto mette in
risalto l'approvazione definitiva della legge nazionale
sull'agricoltura sociale che ha finalmente riconosciuto
giuridicamente le tante esperienze di eccellenza, spesso volontarie e
autogestite, di chi ha saputo coniugare l'imprenditorialità agricola
con la responsabilità sociale.
La legge, che entra in vigore il 23
settembre conta oltre 1.000 progetti attivi,che pongono, con oltre 4
mila addetti su tutto il territorio, l'Italia ai primi posti dello
scenario Ue, con un valore alla produzione di circa 200 milioni di
euro.
Può
cominciare dalla cura dell'orto o da un corso di panificazione il
riscatto sociale e il reinserimento lavorativo di persone disabili o
svantaggiate; perché l'azienda agricola non è più sinonimo solo di
cibo, campagna, paesaggio rurale: oggi vuol dire anche welfare, uno
spazio solidale dove le fasce deboli della popolazione possono
costruire nuove relazioni sociali, fare terapia con gli animali o con
le piante, ritagliarsi un posto nuovo nel mercato del lavoro.
"La
buona agricoltura svolge da sempre una rilevante funzione sociale:
oltre a latte, vino e frutta, produce welfare ‘rigenerativo' –
hanno spiegato dalla Cia – dando nuova vita e nuove risorse al
rapporto tra città e campagna, e diventando un soggetto attivo
nell'erogazione di servizi al pubblico".
Tantissime
aziende associate alla Cia anche in provincia di Taranto hanno già
avviato e sperimentato questo nuovo modo di fare agricoltura,
promuovendo l'offerta di servizi assistenziali e occupazionali a
vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap,
tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini) e di aree fragili
(montagne e centri isolati) in collaborazione con istituzioni
pubbliche e con il vasto mondo del Terzo Settore. “La sua
approvazione è fondamentale e la Cia l'ha fortemente sostenuta,
perché una legge nazionale stabilisce delle definizioni, crea un
linguaggio, pone limiti, mette a punto strumenti, favorisce una
strategia condivisa, orienta l'attività legislativa delle Regioni".
“Con
questa iniziativa la Cia vuole anche evidenziare il suo impegno nel
settore e lavorare per il rafforzamento del Forum dell'agricoltura
sociale, perché l'agricoltura sociale è un processo plurale,
radicato nei luoghi e sulla base dei bisogni delle comunità locali.
La fattoria sociale non è mai un'esperienza isolata, ma sempre un
sistema territoriale che coinvolge aziende agricole, cooperative
sociali, strutture sanitarie, enti locali, famiglie".
Soprattutto
la Confederazione Italiana Agricoltori vuole essere parte propositiva
con le Regioni nella predisposizione dei Psr, nella realizzazione di
programmi finalizzati allo sviluppo della multifunzionalità delle
imprese agricole e basati su pratiche di progettazione integrata
territoriale e di sviluppo dell'agricoltura sociale. “Ora occorre
costruire progetti partendo dai fabbisogni e dalle risorse specifiche
delle varie aree del Paese. Sappiamo che non è facile. Le
innovazioni sociali sono decisamente più difficili di quelle
tecnologiche anche complesse. L'agricoltura sociale è un'attività
economica e come tale deve produrre reddito, deve essere profittevole
ma che c'è altro, c'è tanto d'altro. L'agricoltura sociale accresce
la reputazione del comparto ed è un ulteriore valore per la
società".
Il
punto fondamentale è che finalmente le attività svolte nell'ambito
dell'agricoltura sociale vengono riconosciute attività agricole a
tutti gli effetti con la cosiddetta "connessione", godendo
dello stesso regime fiscale.
"La
tassazione sarà la stessa senza la necessità di aprire posizioni
differenti, rientrando nella normale attività agricola nella logica
delle multifunzionalità e questo aiuta moltissimo perché se si
vuole aprire la propria azienda a un agri-nido, fare attività di
fattoria sociale, questo diventa parte integrante dell'attività
agricola, compresi gli effetti fiscali".
La
Cia di Taranto ha messo a punto uno staff di tecnici qualificati per
offrire consulenza a tutte le aziende interessate.
Fonte: CIA Taranto