Pubblicati
gli Atti del XVI Convegno Nazionale degli Insegnanti di Scienze
Naturali. Le
scienze naturali nella scuola ovvero il periodico quadrimestrale
dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Scienze Naturali
(ANISN) ha pubblicato (33-1/2015) – per le iniziative editoriali
della Loffredo di Napoli – gli Atti del XVI Convegno Nazionale
ANISN, sul tema Innovazione didattica e scelte sostenibili per lo
sviluppo del territorio, svoltosi a Locorotondo/Bari, dal 9 al 13
settembre 2013.
Il
Convegno – organizzato dall’ANISN, in collaborazione con
l’Università di Bari (proff. Palmieri, Martelli, Savino, ecc.) e
col Centro ricerche, sperimentazione e formazione in agricoltura
“Basile Caramia” di Locororondo – ha messo a fuoco la relazione
sussistente tra i tre termini dell’innovazione didattica, delle
scelte sostenibili e dello sviluppo territoriale, nell’oggi del
cambiamento climatico e scientifico: termini che, a loro volta, sono
stati verificati “sul campo” attraverso alcune sperimentazioni di
biodiversità e alcune visite guidate in siti altamente specializzati
sulla materia trattata.
Non
potendo dare conto (pp.165), in questa sede, di tutti gli originali
contributi offerti all’attenzione degli studenti, degli studiosi e
dei docenti, anche universitari, di scienze naturali, esponiamo i
contenuti di due relazioni che ci sembrano diano fondamento e
coronamento al tema generale, i cui risvolti interdisciplinari,
multidisciplinari e transdisciplinari hanno un’importanza decisiva
per la buona scuola del futuro.
Paola
Bortolon – Dirigente Scolastica ed Esperta di sperimentazione ed
innovazione didattica – ha problematizzato l’argomento dal titolo
Innovazione didattica e valutazione delle competenze: argomento molto
attuale a motivo delle ricorrenti e diffuse criticità del rapporto,
logico ed epistemologico, che c’è tra l’innovazione didattica e
le competenze specifiche, richieste dal mondo del lavoro e,
segnatamente, dal mondo delle biotecnologie applicate al sistema
delle opzioni sostenibile per lo sviluppo integrato e integrale del
territorio e dell’ambiente. Dopo una succosa premessa
scolastico-istituzionale, la relatrice si è soffermata su tre punti
essenziali. In ordine al primo punto, la Bortolon – con un corredo
bibliografico aggiornato – ha precisato il significato che la
parola competenza/e ha nell’universo scolastico e scientifico del
nostro tempo. “Il soggetto competente – ha affermato l’Esperta
– è colui che dispone di risorse cognitive, di metodologie
euristiche e di abilità metacognitive”: si tratta, quindi, di
possedere gli strumenti disciplinari e flessibili atti a governare e
a praticare la complessità multipla delle nuove scienze naturali e
dei nuovi programmi scolastici, che prevedono “competenze
specifiche in uscita” capaci d’incidere sui modelli innovanti
della produzione del settore agricolo e delle sue declinazioni. In
ordine al secondo punto, la Bortolon si è soffermata sulle prove di
accertamento delle competenze: prove che vanno correlate soprattutto
alle disposizioni conoscitive, volitive e relazionali degli studenti.
Le conoscenze dichiarative (sapere cosa), procedurali (sapere come),
condizionali (sapere quando e dove), le abilità (sapere fare), le
capacità organizzative e di transfer sono le direttrici di marcia
che danno contezza credibile all’”accertamento delle competenze”:
accertamento che non trascura le indicazioni dell’Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e del Programme
for International Student Assesstment (PISA). In ordine al terzo
punto, la relatrice ha dato spazio, inoltre, alla valutazione delle
performance con l’assesstment center, basata sulle dinamiche della
psicologia culturale (da Piaget, 1945 a Fabbri & Munari, 1984) e
riscontrabili per mezzo di processi reattivi, dinamici e interattivi
dei soggetti in campo. Col metodo dell’”assesstmen center” si
dispongono, infine, tre osservatori diversi che, usando indicatori
mirati, sono in grado di far convergere la performance verso una
configurazione competenziale oggettivabile e condivisibile.
Rosa
Roberto – Dirigente Scolastica e Presidente ANISN-Sezione Puglia –
ha trattato, invece, l’argomento attinente agli Esempi di
innovazione didattica funzionali allo sviluppo delle competenze
specifiche: dopo aver delineato il quadro normativo, italiano ed
europeo, della materia e dopo aver specificato il significato che la
comunità scientifica e scolastica dà alle parole conoscenza,
abilità e competenza, la relatrice ha codificato il fatto che per
“apprendimento” s’intende l’unità dell’osservazione
sistematica, dell’uso del metodo scientifico e dell’analisi del
risultato finale raggiunto (Pellerey, 2004). La prof.ssa Roberto –
molto vicina agli ambienti dell’Università e delle Accademie
Nazionali delle Scienze e dei Lincei – ha illustrato, quindi, le
innovazioni didattiche legate all’alternanza scuola-lavoro,
all’attività di laboratorio, al lavoro per progetto e al lavoro
per problemi. Circa l’alternanza scuola-lavoro, la Dirigente
Scolastica ha riferito che tale alternanza è diventata, ormai,
un’esperienza indispensabile per il conseguimento delle finalità
della Scuola del nostro tempo: esperienza che si organizza attraverso
veri e propri periodi alternati di studio e di lavoro, modulato col
discernimento critico delle variabili e strutturati con “una
didattica flessibile ma completa”. In merito all’”attività di
laboratorio”, la relatrice ha incentrato il suo dire sul binomio
competenza-prestazione: binomio che soltanto l’attività
laboratoriale riesce a realizzare e dove il docente si trasforma in
“mediatore scientifico e culturale”, che finalizza la sua
attività al sapere, al saper fare, al saper essere e al saper stare
con gli altri. “Il lavoro per progetti” mette insieme – ha
detto la Roberto – una serie di competenze specifiche sia dei
docenti sia degli studenti: competenze che si stratificano in
competenze strumentali, interpersonali e sistemiche perché tendono
non soltanto a praticare il processo educativo e formativo ma tendono
anche a dare sostanza al prodotto finale, che deve essere fruibile
dai soggetti interessati al suo uso occasionale o costante. Le
competenze di cui sopra hanno altresì una loro articolazione interna
il cui tecnicismo non è utile segnalare in questa sede: ciò che più
preme segnalare, qui, è invece, il fatto che nell’odiernità
scolastica e scientifica l’innovazione didattica del lavoro per
progetti non può essere assolutamente sottovalutata o ignorata.
Analogo discorso si può fare in riferimento al “lavoro per
problemi” dove alla tassonomia classica e aggiornata va sostituita
la tassonomia ermeneutica, che, se, da una parte, pone nuove
questioni sull’apprendimento in relazione alle nuove conoscenze
delle neuroscienze, dall’altra, apre a inedite possibilità attive
e operative, segnate dai vincoli della tempistica e della robotica
elementare. Nell’universo scientifico delle biodiversità e
dell’agricoltura moderna, questi suggerimenti ci sembrano molto
significativi, anche ai fini di un corretto assetto che delinea i
contorni compossibili dell’ecologia umana e integrata e
dell’ecologia ambientale e integrale.-
Tommaso
Turi
IIS
"Da Vinci - Galilei"