Taranto
– La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto mette
in risalto il prezzo troppo basso che stanno pagando gli agrumi ai
produttori, seppur in presenza di un prodotto eccellente dal punto di
vista qualitativo.
Tale situazione sta determinando la decisione di
lasciare le arance sugli alberi e di non raccoglierle poiché non é
conveniente.
I
fattori scatenanti che hanno determinato tale situazione sono
diversi, primo fra tutti la debolezza della produzione, che subisce i
prezzi piuttosto che imporli alla GDO (grande distribuzione
organizzata); i venti di guerra nel Medioriente e in Europa hanno
portato all'embargo nei confronti della Russia, che a sua volta ha
bloccato l'importazione di agrumi turchi che di conseguenza hanno
invaso l'Europa; i ritardi di maturazione del prodotto a causa delle
condizioni meteo che hanno determinato oltre 20 giorni di ritardo
nell'iniziare la raccolta.
I
produttori continuano a subire delle vere e proprie ingiustizie per
colpa dell'uomo e dei capricci del clima; occorre mettere in atto
azioni a difesa della produzione quantomeno per le azioni determinate
dagli uomini: non é possibile continuare a subire le angherie da
parte della GDO senza reagire perché impongono il prezzo, le
modalità di pagamento e le quantità da fornire.
La
produzione si trova in un vero e proprio rapporto di sudditanza senza
poter determinare nulla: occorrono accordi di filiera chiari e
trasparenti che dovranno essere rispettati dalle parti e, che in
qualche maniera, tutelino la produzione, che é la parte più debole,
e riducano lo strapotere della GDO. Dopodiché deve essere indicata
in maniera chiara la provenienza geografica dei prodotti, in quanto
il consumatore potrà scegliere se acquistare prodotti provenienti da
posti sconosciuti, senza garanzie sanitarie, o da produttori che
vengono costantemente controllati e certificano la salubrità delle
loro produzioni.