TARANTO.
Attuare una strategia di valorizzazione del prodotto e soddisfare le
esigenze dei consumatori in termini di qualità. A questo mira
l’impegno assunto dal Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali,
in risposta alle richieste formulate da Coldiretti.
“Dal
6 marzo – ricorda Coldiretti Taranto – entrerà in vigore la
norma che rende obbligatorio l’innalzamento della percentuale al
20% del succo di arancia. Quindi, addio alle aranciate senza arance”.
Tale provvedimento in Puglia, soprattutto nell’arco del golfo
ionico, terra di arance e clementine, servirà a restituire
competitività all’agrumicoltura.
Un
settore, questo, che in Puglia vale 115 milioni di euro per una
produzione di 2,6 milioni di quintali soprattutto di arance e
clementine, riconosciute, vedi le clementine del golfo di Taranto,
col marchio comunitario dell’Igp (Indicazione Geografica Protetta.
“Le
imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in
provincia di Taranto – ricorda Alfonso Cavallo, presidente
Coldiretti Taranto - sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria
agroalimentare ionica, con una produzione di clementine, arance e
mandarini di 1,9 milioni di quintali. Tale patrimonio va valorizzato
attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al
reddito, dal momento che la concorrenza sleale dei paesi comunitari
ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del
25%”.
“Ben
vengano, quindi - aggiunge Aldo Raffaele De Sario, direttore
Coldiretti Taranto – gli aiuti straordinari previsti dal Ministero
delle Politiche Agricole per il settore agrumicolo, che in Puglia e,
soprattutto, in terra ionica, ha subito pesantemente gli effetti
dell’embargo russo e del virus della tristeza, facendo precipitare
i prezzi in campagna”. Gli agricoltori non riescono neanche a
coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei
prodotti importati dall’estero. Un trend drammatico, che sta avendo
ricadute negative sulle imprese agricole in termini economici ed
occupazionali, a causa del calo dei consumi, che, per le arance, sono
scesi sotto i 15 chili annuali a persona.
Ma
l’impegno assunto dal Ministero fa ben sperare per il futuro. “Ha,
infatti dichiarato – ricorda Cavallo – di voler seguire anche per
i derivati di agrumi la strada di una norma che definisca l'obbligo
di etichettatura con l'origine degli agrumi utilizzati”. Inoltre,
saranno attivati: il ritiro dal mercato di 4.500 tonnellate di
arance, da distribuire agli indigenti; il ripristino del potenziale
produttivo compromesso dalla tristezza, assicurando la disponibilità
di piante indenni. Ci sarà l’utilizzo del fondo agrumicolo di 10
milioni di euro previsti nella legge di bilancio e sarà realizzato
il catasto agrumicolo nazionale. “Condizione, questa – sottolinea
il presidente della Coldiretti Taranto – necessaria a garantire
anche in terra ionica qualsiasi azione di programmazione produttiva
orientata al mercato”.