Nel
2013, con il “CNA Taranto”, insieme all’imprenditore Giovanni
Matera, si è dato vita al percorso formativo per imprenditori e
dirigenti, dal titolo “Un’impresa che funzioni”. I sei
appuntamenti mensili, suddivisi tra Ginosa, Laterza e Castellaneta,
hanno fatto registrare un’importante presenza anche di chi
imprenditore e dirigente non lo era affatto, ma avrebbe voluto
esserlo o diventarlo.
Il
desiderio percepito era quello di crescere e per tale ragione è nata
CNA delle Gravine, che, vogliosa di diventare punto di riferimento
sul territorio, ha dato vita ad un Laboratorio di Sviluppo Locale.
L’obiettivo prioritario è accogliere le istanze, spesso
inascoltate, del mondo artigiano e della Piccola e Media Impresa del
nostro territorio. Quale inizio migliore per raggiungere questo
importante risultato, dunque, se non un nuovo progetto di formazione,
che lavorasse sulla cultura aziendale?
Sono
stati proprio gli imprenditori locali, infatti, a chiedere di
riorganizzare una serie di corsi a loro indirizzati. Ed è così che,
anche per questo 2014, si è deciso di continuare con “Un’impresa
che funzioni”. Da lezioni mirate sulle vendite e sul marketing,
passando a quelle concernenti il controllo di gestione e la selezione
del personale: tutti i partecipanti avranno modo di riempire il
proprio sacco dei saperi con gli strumenti necessari alla vita
d’impresa.
Il
progetto sarò presentato in Conferenza Stampa, domani, lunedì 24
marzo, alle ore 16, presso la sala conferenze del Museo Civico di
Ginosa.
Conterà
sette appuntamenti mensili, da marzo a novembre (luglio e agosto
esclusi). Il primo corso avrà luogo questo giovedì, 27 marzo, al
“Teatro Alcanices” di Ginosa. Basta andare alla pagina Facebook
“Un’impresa che funzioni” per ricevere dettagli e aggiornamenti
su tutto quello che sarà fatto.
Anche
questa volta tutti i corsi saranno completamente gratuiti ed aperti a
tutti.
“Questo
– spiegano Rocco Giove Nicola Malvani della CNA delle Gravine -
perché tutti possano mettersi in gioco ed avere gli strumenti giusti
per perseguire il cambiamento; perché, chi ha perso le risposte,
possa rimettersi con umiltà tra i banchi di scuola, al fine di
ricevere utili indicazioni da professionisti del settore e formatori
aziendali affermati. Perché fare impresa non sia un’impresa”.
Maria Florenzio