PALAGIANELLO: Una doppia emozione, quella vissuta domenica mattina, dalla
comunità di Palagianello: quella di ritornare a vedere un treno
fumante, sia pure immobile, su un tratto di binari, lasciati intatti
in piazza “Giovanni Paolo II”; vedere, impressa su quell’antica
locomotiva della Breda di Milano del 1904, un targa rosso amaranto.
E’ dedicata all’ing. Giuseppe Cassandro, a colui che ha dato
tanto alle Ferrovie dello Stato, a colui che ha voluto che quella
locomotiva fosse lì, in quel luogo, per sempre.
Quella
locomotiva è stata donata, in sua memoria, da Francesco, suo padre,
residente a Bari, ex ferroviere: il figlio gli era persino andato in
sogno ed avrebbe voluto che Palagianello potesse conservare un segno
indelebile e tangibile della sua lunga tradizione ferroviaria.
Ora,
grazie alla famiglia Cassandro, anche le generazioni future sapranno
che, una volta, nel cuore del paese, passava l’antica strada
ferrata. In quella locomotiva rivive, dunque, il passato di
Palagianello; rivive l’amore che Giuseppe metteva nel lavoro
quotidiano; vi è tutto l’attaccamento incondizionato, indelebile
ed intoccabile di un padre per il figlio, perso prematuramente.
Domenica
mattina, per quella locomotiva, c’è stata una doppia benedizione:
quella della pioggia battente e quella dell’amministratore
diocesano, don Peppino Favale, prima che Daniela Salomone, moglie di
Giuseppe scoprisse la targa a lui dedicata.
Numerose
le autorità intervenute, accanto ai rappresentanti
dell’Amministrazione Comunale di Palagianello: molti sindaci dei
comuni limitrofi e della provincia di Bari, onorevoli e consiglieri
regionali, i più alti gradi delle Forze dell’Ordine, il questore
ed il prefetto di Taranto, Enzo Giuseppe Mangini ed Umberto Guidato.
Un appuntamento storico per le Ferrovie dello Stato, per le quali ha
presenziato Roberto Pagone, direttore compartimentale R.F.I. di Bari.
Ad
introdurre la cerimonia, prima di passare la parola a suo padre
Francesco, comprensibilmente commosso, è stata Maria Grazia
Cassandro. Ha voluto ricordare suo fratello, prima come ‹‹esempio
di onestà, rettitudine e dedizione agli affetti e al lavoro››;
poi, come ingegnere affermato: per conto di Alstom – Ferroviaria
spa, aveva provveduto alla progettazione, allo sviluppo, al collaudo
e alla messa in esercizio dell’apparato centrale computerizzato di
Bologna Centrale, ma anche al Terminale Operatore (T.O.) per il
collegamento ad alta velocità della tratta Bologna – Firenze. Era
stato anche responsabile dello sviluppo del software “Sistema di
diagnostica e manutenzione”, utilizzato persino in Brasile, Messico
ed Hong Kong: una sorta di scatola nera, in grado di produrre
informazioni su guasti ed anomalie del sistema ferroviario.
Poi,
la parola al padre, Francesco: quella locomotiva a vapore 851 – 113
è il miracolo compiuto dal suo amore per il figlio Giuseppe. E, per
lui, il sig. Francesco ha ancora un altro sogno da realizzare: un
progetto, che avevano condiviso insieme ovvero il nuovo tracciato
ferroviario per Matera, che, lambendo Laterza, affacciandosi su
Grottalupara (Castellaneta), consentirà, con una bretella di appena
30 Km, di raggiungere la città lucana sia da Taranto che da Bari in
soli 45 minuti, rispetto alle attuali tre ore.
Al
sindaco Michele Labalestra, il compito di ringraziare tutti i
volontari, che hanno contribuito al restauro della vecchia
locomotiva: Francesco Vetrano, Giuseppe Mastropaolo, Pasquale
Labalestra, Saverio Gallo, Vito Mannaro, Angelo Carpignano. Un lavoro
degno di apprezzamento, che farà rivivere, in quella piazza, per
sempre, la storia della ferrovia, il cuore di Giuseppe Cassandro.
Maria Florenzio