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domenica 1 giugno 2014

RIGENERAZIONE URBANA: RELAZIONE DEL VICESINDACO F. GENTILE.


La rigenerazione urbana nasce, come sappiamo con l’obiettivo di riqualificare parti di territorio contraddistinte da carenze infrastrutturali e problematiche di disagio socio-economico, generalmente accompagnate da degrado fisico dei luoghi, in relazione al tempo stesso con il resto della città.

Infatti, e cito testualmente il comma 2 dell’art. 1 della legge 21 del 2008: “I principali ambiti d’intervento sono i contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, ivi compresi i contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale; i contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di terziarizzazione; le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate”.
E’ del tutto evidente che questo nuovo modo di pensare, o meglio di ripensare l’urbanistica, rappresenta uno strumento programmatorio e di pianificazione complesso e di non facile realizzazione, ma è altrettanto vero che esso rappresenta non solo un alternativa valida ed efficace alla tradizionale impostazione della programmazione edilizia, tutta fondata sull’espansione e quindi sul consumo di territorio, rappresenta anche una sfida affascinante per la classe dirigente politica, professionale ed imprenditoriale di questo paese.
La legge regionale n. 21\2008 “Norme sulla rigenerazione urbana” considera come principali ambiti di intervento:
  • I contesti urbani periferici;
  • I contesti urbani storici;
  • I contesti urbani caratterizzati da emergenze socio-economiche ed ambientali;
Gli strumenti di intervento che vengono utilizzati a tal fine sono rappresentati dai “programmi integrati di rigenerazione urbana”, con la partecipazione attiva degli abitanti dell’area ed il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati interessati, ed hanno, come tutti sappiamo, il valore di Piani esecutivi secondo la legge urbanistica regionale.
I programmi integrati di rigenerazione urbana hanno l’obiettivo di riqualificare parti di territorio mediante interventi organici di interesse pubblico, capaci di legare tra loro problematiche diverse, afferenti alle politiche abitative, urbanistiche, ambientali, culturali, socio-sanitarie, occupazionali, formative e di sviluppo, e riguardano:
  • Il recupero, la ristrutturazione edilizia ed urbanistica di immobili destinati o da destinare alla residenza residenziale sociale;
  • La realizzazione, manutenzione o adeguamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie;
  • L’eliminazione delle barriere architettoniche ed altri interventi atti a garantire la fruibilità di edifici e spazi pubblici da parte di tutti gli abitanti;
  • Il miglioramento della dotazione, accessibilità e funzionalità dei servizi socio-assistenziali;
  • Il sostegno all’istruzione, alla formazione professionale ed all’occupazione;
  • La rigenerazione ecologica degli insediamenti finalizzata al risparmio delle risorse;
  • La conservazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici;
  • Il recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente per favorire l’insediamento di attività turistico-ricettive.
Fino all’entrata in vigore della legge regionale n. 21 del 2008, la programmazione urbanistica poteva avvenire solo a seguito dell’approvazione del Documento Programmatico Preliminare del PUG; uno delle novità di questa legge, importante e fondamentale per noi, è rappresentata dalla possibilità data ai Comuni, sprovvisti di PUG e quindi anche il nostro, di poter programmare la riqualificazione di parti del territorio, attraverso la cd. rigenerazione urbana.
Va detto che per i programmi di rigenerazione urbana la Regione Puglia, che in questo settore grazie anche e soprattutto per l’opera infaticabile ed esemplare dell’assessore regionale dott.ssa Angela Barbanente si sta dimostrando regione all’avanguardia d’Italia  –vero è che la legge regionale 21 del 2008 è diventata paradigma per altre regioni e soprattutto ha ricevuto l’attenzione ammirata di parecchie università, in primis quella prestigiosa di Venezia-, aveva previsto specifici strumenti di sostegno economico, definendo un asse prioritario nella programmazione 2007-2013; Nell’asse VII del Programma Operativo FESR approvato dalla Giunta Regionale il 12 febbraio 2008, infatti, gli obiettivi della politica di coesione in tema di aree urbane furono articolate in due diversi obiettivi operativi, relativi a:
a)      Rigenerazione urbana attraverso piani integrati di sviluppo urbano caratterizzati da azioni volte alla sostenibilità ambientale e, in particolare, alla riqualificazione della città esistente ed al  contenimento dell’espansione urbana, destinati alle città medie od alle grandi città;
b)      Alla rigenerazione territoriale attraverso piani integrati di sviluppo territoriale volti al rafforzamento, riqualificazione, razionalizzazione e, dove necessario, disegno delle reti funzionali e delle trame di relazioni che connettono i sistemi di centri urbani minori con particolare riguardo a quelli fortemente connessi o con elevato potenziale di connessione dal punto di vista naturalistico e storico-culturale.
Possiamo affermare che abbiamo perso una grande, oserei dire grandissima occasione per ridefinire la “mission” del nostro territorio; una grande e di nuova grandissima occasione per utilizzare risorse comunitarie (tema caldo e contingente, oltre che attualissimo) per modellare in una nuova ottica e prospettiva il nostro territorio.
Quindi, questo strumento, che noi intendiamo approvare in temi relativamente brevi, oltre a rappresentare una valida alternativa alla programmazione di tipo “tradizionale”, deve costituire un altrettanto valido strumento per poter partecipare, validamente, ai bandi regionali per l’utilizzo di risorse comunitarie, che come sappiamo tutti, vista la carenza di risorse proprie, diventa l’unico ancoraggio certo, dal punto di vista economico, per poter immaginare una nuova narrazione del territorio.
Noi stavolta ci siamo!
Per cui, l’approvazione del piano comunale di rigenerazione urbana diventa essenziale anche per aumentare le nostre possibilità di partecipare con successo alla nuova programmazione dei fondi comunitari, relative alle annualità 2014-2020 che, come tutti sappiamo, vedranno il nostro territorio tra le regioni ricadenti nell’Obiettivo 1 dell’Europa.
In ultima analisi, e prima di passare parole agli altri relatori oltre che agli eventuali ed auspicabili interventi del pubblico presente mi preme sottolineare alcuni aspetti di carattere politico\amministrativo:
in primis alla base dei programmi vi sono tre parole chiave che rincorrono in tutte le azioni regionali in materia, ovvero:
  • Integrazione;
  • Sostenibilità ambientale;
  • Partecipazione degli abitanti.
La rigenerazione è intesa, dalla legge regionale, come un intervento che coinvolge non solo gli aspetti fisici e strutturali, ma anche quelli sociali ed economici relativi al degrado urbano, per questo non si parla di riqualificazione, o solo di riqualificazione, ma anche e soprattutto di rigenerazione.
Una differenza non solo lessicale, ma che riguarda aspetti sostanziali di interpretazione della legge e quindi della sua pratica applicazione.
Pienamente consapevole dell’intreccio fra degrado fisico e disagio sociale, la rigenerazione urbana va orientata al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale mediante il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione ecologica degli insediamenti.
Deve essere considerata anche una forma d’intervento tesa a rispondere alla domanda abitativa superando le logiche della mera offerta quantitativa (ormai superata) e ponendosi l’obiettivo ambizioso di migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini.
Fondamentale in questo scenario il ruolo del Comune, e noi abbiamo tutto l’interesse, e consentitemi di dire la voglia di giocare il nostro ruolo da protagonisti, in una generale simbiosi con gli operatori pubblici e privati e soprattutto con il coinvolgimento dal basso della cittadinanza, come dimostrazione che le buone prassi amministrative non solo non rallentano i processi decisionali ma, al contrario possono contribuire in modo efficace a migliorare le perfomance amministrative.
Grazie.
Mottola 30/05/2014

Il vicesindaco con delega all’urbanistica
Dott. Franco Gentile
Fonte: SEL Mottola.