E’
pronta la protesta degli autotrasportatori che questa mattina daranno
vita ad una ‘marcia’: 150 camion partiranno alle otto da Mottola
per arrivare all’ingresso di Taranto dividendosi tra la statale 100
e la 106.
Percorreranno
il tragitto lentamente. Ma «sarà una marcia pacifica, senza
blocchi» assicura Giacinto Fallone, portavoce del Comitato degli
autotrasportatori, nell’annunciare la decisione scaturita dalla
riunione di ieri.
Vantano
crediti nei confronti dell’Ilva. E, all’indomani della proposta
che sostanzialmente non prevede il pagamento dei crediti pregressi
vantati, lei mprese tarantine inaspriscono la protesta. Ieri il
comitato degli autotrasportatorisi è riunito per stilare una
risposta a quanto prospettato e per organizzare le prossime
iniziative di protesta.
Intanto,
alle portinerie dell’Ilva i mezzi pesanti sono fermi all’ingresso.
«Abbiamo consentito l’ingresso delle merci più urgenti per
mantenere gli impianti in sicurezza, ma ci siamo resi conto che
l’Ilva sta facendo entrare anche 120 camion al giorno di prodotti,
e per un’azienda in difficoltà ci sembrano troppi - spiega
Giacinto Fallone (portavocedel comitato). Finora non abbiamo ricevuto
alcuna risposta alle nostre richeste; solo una proposta che riteniamo
offensiva. Praticamente dovremmo lavorare su ordini nuovi per i quali
verrebbe pagato alla partenza il 60% del prezzo del trasporto e il
restante 40% a trenta giorni, escludendo il vecchio. Ma noi senza il
pregresso non possiamo farcela, siamo ai minimi termini, le banche
stanno chiedendo i rientri. Aspettiamo da più di sei mesi; da giugno
l’Ilva non ha pagato più niente; non ha rispettato i piani di
rientro e ora c’è lo stato di insolvenza. In più l’Ilva ha già
minacciato di voler chiedere i danni per inadempienza contrattuale».
400
imprese e circa mille dipendenti.
In parallelo continua anche la protesta delle imprese dell’indotto che stanno eseguendo solo i servizi essenziali. «Vantiamo un credito di circa 15 milioni di euro, solo a Taranto- fa sapere Fallone. I colleghi di Novi Ligure e Marghera stanno nelle stesse condizioni. Da oggi abbiamo drasticamente ridotto le entrate dei tir in fabbrica: da 120 ne abbiamo concesse solo trenta. All’Ilva la facoltà di sceglierei prodotti ritenuti più urgenti» .
In parallelo continua anche la protesta delle imprese dell’indotto che stanno eseguendo solo i servizi essenziali. «Vantiamo un credito di circa 15 milioni di euro, solo a Taranto- fa sapere Fallone. I colleghi di Novi Ligure e Marghera stanno nelle stesse condizioni. Da oggi abbiamo drasticamente ridotto le entrate dei tir in fabbrica: da 120 ne abbiamo concesse solo trenta. All’Ilva la facoltà di sceglierei prodotti ritenuti più urgenti» .
Fonte: www.tarantobuonasera.it