MOTTOLA
(TA) – Con la festa nella cappella ipogea della Madonn' Abbasc', si
chiudono, a Mottola, le iniziative organizzate dalla Confraternita
del Carmine per il periodo pasquale.
Tradizione
vuole, infatti, che l'ottava di Pasqua, che quest'anno ricade il 12
aprile, venga rinnovato il pellegrinaggio presso il santuario
rupestre, continuando i sette pellegrinaggi, che hanno preceduto,
ogni sabato, la Domenica di Resurrezione.
Centinaia
di devoti, per l’occasione, affolleranno il piccolo santuario
rupestre ed in molti arriveranno persino a piedi, dai paesi
limitrofi, in segno di penitenza. Situata a circa sei chilometri dal
centro urbano, la cappella ipogea, dedicata alla Vergine del Carmine,
pare risalga al 1440. Fu ricovero del pastore Chierico Francesco
Pietro Di Filippo, che, il 22 aprile 1506, ebbe una visione
miracolosa. Mentre riposava nella grotta, sentì una ‘Voce
Angelica’ e vide tutta la grotta illuminarsi. Gli apparve la
Madonna SS. ma del Carmine, che chiese di costruirle una cappella,
ove farle festa, ogni anno, l’8 settembre. Altre feste vennero,
poi, autorizzate in onore della Beata Vergine del Monte Carmelo: il
16 luglio e l’ottava di Pasqua, detta anche Domenica in Albis.
È
in questa giornata che la statua della Vergine del Carmelo, dalla
chiesa del Carmine di via Mazzini, viene portata presso il santuario
rupestre della Madonn’Abbasc’, in contrada Casalrotto. Qui, i
confratelli in abito da rito, la collocano sul piazzale antistante,
dove viene venerata durante tutto il giorno dai fedeli, che assistono
alle sante messe. Quest'anno, ne sono previste quattro: alle 9,30 e
alle 11,30. Ed ancora, alle 16, con la celebrazione eucaristica
affidata al vescovo Claudio Maniago e alle 18,30. Alle 20, il
simulacro della Vergine sarà riportato in paese. Da Largo Rotonda,
attraversando il corso cittadino, partirà una processione, verso la
chiesa del Carmine, alle note della banda cittadina "U.
Montanaro".
Sarà
la prima occasione per ammirare la statua della Vergine del Carmelo,
risalente al '700, dopo il recente restauro, operato dai fratelli
Alessandro e Piero Buttiglione, peraltro confratelli del Carmine.
Il
restauro ha eliminato i diversi strati di colore, che, nel tempo,
sono stati sovrapposti a quelli originali durante i diversi
interventi. Il primo pare risalga all'800 e fu l'occasione per dotare
la statua anche degli arti inferiori. Oggi, il simulacro ligneo della
Vergine, di chiaro stile napoletano, è stato riportato ai colori
originali, ritrovando il suo antico splendore.