Il
19 gennaio u.s. è calato il sipario sulla stagione della commedia
all’italiana. Ettore Scola, l’ultimo grande maestro di quella
tradizione cinematografica che ci ha resi celebri nel mondo, è
scomparso lasciando un vuoto enorme nel mondo culturale italiano e
nel cuore dei tanti spettatori che hanno amato le sue graffianti e
raffinate opere filmiche.
Per
questa ragione, gli studenti dei corsi di istruzione per adulti
dell’IIS “Da Vinci-Galilei” hanno voluto omaggiare il Maestro
assistendo alla proiezione del film Una giornata particolare (1977).
Alla visione del film è seguito un lavoro di analisi dell’opera
nel suo saper dialogare con l’epoca che ha raccontato (l’Italia
fascista delle Leggi razziali) e con le discriminazioni che ancora
oggi infiammano e dividono l’opinione pubblica (pensiamo
all’attualità del Family day).
Qui
di seguito la riflessione di Alberto Zangrillo:
“Una
giornata particolare, film ambientato nella giornata del 6 maggio
1938, in occasione della visita di Hitler a Roma, mette a confronto
due diverse realtà attraversate da una comune sofferenza provocata
dal regime fascista. Antonietta, interpretata magistralmente da Sofia
Loren, incarna la realtà della maggior parte della popolazione
italiana: è ignorante e plagiata da Mussolini fino ad essere
incapace di criticare e guardare in modo obiettivo le scelte
politiche di quel periodo. Gabriele, interpretato da Marcello
Mastroianni, rappresenta invece una minoranza della popolazione:
quella critica e intelligente, costretta tuttavia a tacere. La loro
sofferenza è messa in risalto quando «il regista riesce a svelare
la complessità della congiuntura storico-sociale e quindi di un
mondo intero fatto di rinunce e infelicità, asciugando l’enfasi,
ma senza respingere, tuttavia, un continuo e quasi incombente stato
di commozione».
Questo
film può essere considerato, a ragione, l’opera manifesto, di
Ettore Scola, poiché ne caratterizza lo stile : il Maestro qui tocca
la vetta più alta del suo cinema, raccontando la storia di due
«diversi» pressati dal maschilismo rozzo del regime; sarà il loro
incontro a rendere quel giorno speciale. Questa opera, da qualcuno
considerata «il più attuale dei classici», è un romanzo in forma
di immagini, perché è capace di farci aprire gli occhi su una
condizione – quella dell’omosessualità – ancora oggi soffocata
da pericolose forme di discriminazione.
Molti
critici hanno ritenuto che la scena ambientata sulla terrazza, tra i
panni bianchi svolazzanti, rappresenti il momento in cui «l’essenza
di quella libertà si condensa: ‘E’ da stamattina che ti guardo!’
dice Antonietta prendendo le mani di Gabriele per coprirle di baci,
supplicandolo: ‘Vattene! Vattene!’ al che lui, stanco di
dissimulazioni, confessa di essere omosessuale». Poi tutto torna al
suo posto, il palazzo si ripopola e Gabriele, a seguito della
promulgazione delle Leggi razziali, viene portato via al confino in
Sardegna, mentre Antonietta, nell’ombra della sera, si avvia mesta
in camera da letto, per compiere il suo dovere coniugale. «Il film
ci insegna ad assecondare la naturalezza dei gesti, i comportamento
non indotti, la verità opposta a quella che vorrebbe essere la
verità altrui. Mentre tutti scendono in piazza a prendere parte
all’inganno tronfio del fascismo, Gabriele e Antonietta vivono e
imparano, insieme a noi, quanto potente possa essere la verità di
essere noi stessi»”.
Redazione
di Istituto
IIS
"Da Vinci - Galilei"