La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto plaude al
blitz di Polizia e Guardia di Finanza a Roma contro presunti
affiliati del clan Moccia che operavano nel mercato dei prodotti
ortofrutticoli e caseari nella capitale: la criminalità organizzata
cerca di accrescere i propri affari illeciti esercitando il controllo
in tutta la filiera agroalimentare, dai campi all'intermediazione dei
prodotti fino alla tavola.
La
criminalità organizzata allunga sempre più spesso i suoi tentacoli
su tutta la filiera agroalimentare: si va dall'accaparramento dei
terreni agricoli, l'intermediazione dei prodotti, il trasporto e lo
stoccaggio, fino all'acquisto e all'investimento in bar, ristoranti e
centri commerciali.
“Nel
settore le infiltrazioni di mafia e camorra producono oggi oltre 240
reati al giorno e, dal campo alla tavola, generano un giro d'affari
stimato in oltre 15 miliardi di euro”.
Lo
afferma la Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto,
plaudendo all'operazione della squadra mobile di Roma e del nucleo di
polizia tributaria della Guardia di Finanza che ha portato a sette
arresti nei confronti di presunti apicali, affiliati e prestanome del
clan camorristico Moccia che operavano nella capitale nel settore
ortofrutticolo e delle mozzarelle.
“La
criminalità organizzata non si limita a esercitare un controllo sul
territorio – spiega la Cia – ma è interessata a fare nuovi
guadagni, a far fruttare i patrimoni, conquistando quei comparti che
si sono dimostrati anti-crisi diventando determinanti per l'economia
italiana, come è appunto l'agroalimentare”.
“Ma
gli effetti sono devastanti, perché questa presenza mafiosa strozza
il mercato, distrugge la concorrenza e instaura un controllo basato
su paura e coercizione – continua la Cia – Le organizzazioni
criminali, infatti, impongono i prezzi d'acquisto agli agricoltori,
controllano la manovalanza degli immigrati con il caporalato,
decidono i costi logistici e di transazione economica, utilizzano
proprie ditte di trasporto, possiedono società di facchinaggio per
il carico e scarico e arrivano anche alla tavola degli italiani,
mettendo a rischio la salute dei cittadini, con l'ingresso nella Gdo
e nella ristorazione.
“Ecco
perché operazioni come questa sono fondamentali – osserva il
presidente della Cia Dino Scanavino – Bisogna sgretolare il potere
delle mafie nell'agroalimentare e per questo serve fare rete con le
istituzioni, la magistratura e con le forze dell'ordine, colpirli nei
loro interessi economici, prima di tutto attraverso il sequestro e la
confisca dei beni".