Certi
amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano: non è
solo il refrain di una delle canzoni più conosciute di Antonello
Venditti ma il quadro di ciò che è accaduto in collina nel corso
delle ultime settimane.
I
dissidi di circa un mese fa all'interno della maggioranza tra Pd e
Intergruppo, con le conseguenti dimissioni degli assessori Montanaro
e Gentile, avevano creato una grave crisi amministrativa con
strascichi velenosi
e dichiarazioni bellicose tra le parti in causa, che facevano
intendere ormai una frattura insanabile tra le due compagini della
consiliatura Pinto.
Dopo settimane di scontri verbali, valzer di reciproche accuse sui social e posizioni all'apparenza irremovibili, tutto si è magicamente ricomposto: il terzo rimpasto della giunta Pinto ha prodotto le nomine dell'architetto Carmine Chiarelli (nuovo assessore all'ambiente, agricoltura e turismo) e di Donato Mastrangelo (con la delega alla polizia municipale e ai servizi sociali), uomini da sempre appartenenti all'entourage di Franco Gentile!
Dopo settimane di scontri verbali, valzer di reciproche accuse sui social e posizioni all'apparenza irremovibili, tutto si è magicamente ricomposto: il terzo rimpasto della giunta Pinto ha prodotto le nomine dell'architetto Carmine Chiarelli (nuovo assessore all'ambiente, agricoltura e turismo) e di Donato Mastrangelo (con la delega alla polizia municipale e ai servizi sociali), uomini da sempre appartenenti all'entourage di Franco Gentile!
Tutto
è bene quel che finisce bene - si potrebbe sostenere - se non fosse
che in questi ultimi mesi abbiamo assistito solo al classico braccio
di ferro politico con tanto di bluff e ricatti che aveva come unico
obiettivo la caccia alla poltrona. Da una parte Gentile e i suoi
sodali, pronti a far la voce grossa per rivendicare i propri
desiderata utilizzando il peso elettorale decisivo per la vittoria
del 2012, dall'altra Pinto e il Pd, tra l'incudine di voler
sbarazzarsi degli alleati "riottosi" e il martello di dover
sottostare a quelle pretese per non perdere la maggioranza in
consiglio.
In tutto questo teatrino, inscenato con poca fantasia ma molto fervore, è pleonastico sottolineare quanto l'interesse ai problemi e alle esigenze dei cittadini rappresenti solo un contorno di poco conto!
In tutto questo teatrino, inscenato con poca fantasia ma molto fervore, è pleonastico sottolineare quanto l'interesse ai problemi e alle esigenze dei cittadini rappresenti solo un contorno di poco conto!
Quattro
anni di giunta Pinto sono già un periodo sufficiente per poterne
valutare l'operato e per poter arrivare alla conclusione che tra
beghe interne e incapacità politica degli attori in scena non si
sono raggiunti quelli che erano stati i programmi sbandierati e le
promesse presentate in campagna elettorale.
"Per chi si cerca come noi non è possibile odiarsi mai" concluderebbe Venditti, ed è questo forse l'unico vero risultato raggiunto da questa amministrazione: quattro anni di finte diatribe e di litigi messi a tacere da amorosi riavvicinamenti, in nome delle poltrone e del potere.
"Per chi si cerca come noi non è possibile odiarsi mai" concluderebbe Venditti, ed è questo forse l'unico vero risultato raggiunto da questa amministrazione: quattro anni di finte diatribe e di litigi messi a tacere da amorosi riavvicinamenti, in nome delle poltrone e del potere.