A
seguito di un incontro a Roma tra Dominique Antonacci e Giuseppe De
Santo, nel 2006 a Palagianello (Ta), ha avuto inizio il percorso
musicale dei Terraròss, suonatori e menestrelli della bassa Murgia
con l’intento non solo di proporre della musica ma anche di a
riscoprire e dare nuovo valore alle nostre tradizioni, a quella che
era la cultura di un tempo andata ormai perduta.
Da
questa settimana è in vendita su Ebay.it e su Amazoon.com “Giù al
Sud” il quarto lavoro discografico dei Terraròss, 18 tracce
inedite e cover, che rendono omaggio alla tradizione musicale
meridionale e alle bellezze del Sud, ricco di tradizioni, colori e
musica, edito da Stranamente Music, il cui filo conduttore è un
“chep canèl”, ovvero le feste in cui ci si riuniva tutti intorno
e si cantava, si raccontavano storie, nel quale partecipano una serie
di amici provenienti dal meridione che si ritrovano in un’ipotetica
Milano.
“In
origine questo album – spiega il frontman del gruppo Dominique
Antonacci – aveva il nome di Chep Canèl, poi abbiamo cambiato,
mantenendo però l’idea iniziale di questa gente meridionale che si
incontra su al Nord e fanno una cena tutti insieme. Durante questa
cena, dal parlare, vengono fuori le canzoni, ovvero situazioni
diverse, varie storie. Ogni brano tratta qualcosa del Sud”.
Questo
lavoro, ricco di riferimenti musicali, omaggi, innovazione e
tradizioni, è composto da brani e intermezzi, ovvero dialoghi che
anticipano le canzoni. Queste, 14 in totale, sono principalmente
tarantelle, tamburiate e pizziche, ma non mancano influenze blues,
world ed elettroniche. Infatti oltre a strumenti antichi come la
lira, uno degli strumenti più antichi d’Italia che ha dato il nome
al vecchio conio, una specie di violino piccolo a tre corde e con un
suono stridulo ma d’impatto, in “Giù al Sud” sono utilizzati
in alcuni brani le tastiere elettroniche e i synth.
“Il
disco musicalmente è differente da tutti gli altri che abbiamo
fatto. A livello di sonorità si affaccia alla word music. È più
vicino al pop e tende a distanziarsi dalla musica popolare. Abbiamo
anche un brano che è un mezzo blues e che richiama la musica
tradizionale d’oltre oceano”.
Nell’album,
in cui sono trattate tematiche come la violenza sulle donne e
l’inquinamento, oltre a musiche immancabili proposte con il
classico e coinvolgente stile Terraròss, ci sono due omaggi a due
grande artisti che hanno contributo allo sviluppo della musica
italiana, ovvero a Renato Carosone, con la cover di “O Saracin” e
a Domenico Modugno con il nuovo arrangiamento di una sua pizzica poco
noto ai più, “Tambureddu”. Molti sono anche i riferimenti agli
anni ’70 e ‘80, tra cui il richiamo a YMCA di “I.L.V.A.
(Istituzione Legale Vergogna Ambientale)”, primo estratto del disco
e quello al celebre motivetto di Pierino, tradizionale figura di
molte barzellette italiane, interpretato da Alvaro Vitali, nella
canzone “Flon”. Guardando alle tradizione meridionale, si è
scelto di dare spazio anche alla musica neomelodica napoletana con “È
bella la signora” e al Griko, lingua della Grecia salentina con
“Kalinifta”.
Il
legame tra tradizione e innovazione prosegue anche nella vendita.
Infatti, seguendo le nuove tecniche commerciali, dal 10 giugno
l’album sarà disponibile anche su iTunes.
Info:
www.terraross.it
Fonte: Comunicato stampa Terraross.