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venerdì 20 maggio 2016

LA MOTTOLESE SHARON POTENZA VINCE IL CONCORSO PROVINCIALE "EROI NELL'OMBRA".


Sharon Potenza ha letto davanti alla sua città e davanti alla teca della Quarto Savona 15 l’elaborato con cui ha partecipato al concorso “Eroi nell’ombra”, indetto dal coordinamento di Libera Taranto in occasione dell’arrivo in Puglia della Quarto Savona 15 e indirizzato alle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta la provincia.

Abbiamo incrociato le dita insieme in vista della premiazione che si sarebbe svolta oggi nella Questura di Taranto, di nuovo all’ombra della Quarto Savona 15. E dobbiamo averle portato bene perché Sharon questa mattina è stata premiata per aver vinto la sezione per le scuole di secondo grado con il suo scritto “Finché morte non ci separi…” ispirato alla figura di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone morto nella Strage di Capaci.

La giuria, composta da Alessandro Tedesco (referente provinciale Libera), Matilde Montinaro (sorella di Antonio), Maria Montrone (delegata del Dirigente dell’Uff. Scolastico Provinciale), Martino Rosati (magistrato del Tribunale di Taranto) e Anna Maria Summa (membro del coordinamento Libera Taranto), ha così premiato per la sezione scuole secondarie di primo grado gli elaborati “Mio papà è un poliziotto” di Ginevra Conte e Giorgia Libardi (Istituto Comprensivo Greco di Manduria) e “La mafia con gli occhi dei bambini” di Ylenia Galatone, Sara L’Erede, Claudia Maldarizzi e Francesca Parabita (Istituto Comprensivo Rodari di Palagiano); per la sezione scuole secondarie di secondo grado sono stati premiati gli elaborati “Capaci … di crederci ancora” di Francesca Guida (Liceo Ferraris – Quinto Ennio di Taranto) e “Finché morte non ci separi…” di Sharon Potenza (Liceo Einstein di Mottola, docente Filomena Eramo).
L’opera di Sharon – ha commentato la giuria nella motivazione – ha saputo cogliere momenti di sensibilità emotiva e si è aperta ad orizzonti di speranza, mediante una tecnica espressiva capace di coniugare sintesi e riflessione profonda”. Di seguito l’elaborato inedito con cui Sharon ha vinto la partecipazione gratuita ai campi diE!state Liberi! sui terreni confiscati di Mesagne.

FINCHE’  MORTE  NON  CI  SEPARI..”
<< Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualcosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange.
E’ la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell’ottica umana.
Io, come tutti gli uomini, ho paura ma non sono un vigliacco! >>
Ogni 23 Maggio va così. Passo la giornata a rileggere i suoi appunti, con le nostre foto che mi circondano, cercando di ricordare il suo odore, la sua voce, la sua presenza. Ma, pur sforzandomi, tutto sembra svanito dalla mia memoria.
Mi sembra di sentire i suoi passi, a volte; corro alla porta quando sento il rumore delle chiavi nella serratura. La porta, però, non si apre. Lui non c’è. Lui è andato via.
Mi rimprovero ancor oggi, dopo ventuno lunghissimi anni, di non averlo fermato, di non aver cercato di convincerlo a rispettare il suo turno di mattina anziché di pomeriggio. Ma il “suo” magistrato sarebbe rientrato verso le 17:00 e lui, da ottimo poliziotto qual era, non esitò a raggiungerlo. Gran testardo! Non mi ascoltava mai. Eppure, l’amavo proprio per questo. E quanto l’amavo! Avrei sacrificato la mia vita per lui così come lui ha sacrificato la sua per proteggere noi.
Sono arrabbiata, così tanto arrabbiata!
Non posso piangere, i bambini non devono vedermi così. Quanto avrei voluto che li vedesse crescere. Sono forti d’animo, proprio come lui.
Ha vissuto con me per così poco tempo. Me lo hanno portato via! Non mi hanno dato il tempo necessario per riuscire ad imprimerlo nella mente e non farlo più andar via.
Ma il mio eroe non c’è più. Non c’è più!


Basta piangere!
Vorrei vederlo un’ultima volta, guardarlo negli occhi, dirgli quanto lo amo.
Ma… lo hanno portato via…
Aveva fatto della divisa il proprio essere ed io ne andavo fiera. E lo sono ancor oggi!
Non ricordo nulla di quel giorno. Ero così devastata. Ero… vuota!
Amore mio, mi manchi così tanto!

Eccoti… com’eri bello il giorno del nostro matrimonio. Ero così felice. Sarei diventata tua moglie, “nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi”.
Ma tu sei volato via da me così in fretta.
Finchè morte non ci separi!” era la frase, ma tu hai preferito andartene… Perché? Perché ti hanno portato via da me?!

Sai amore, l’associazione va sempre meglio. Ci sono sempre più iscritti pronti ad aiutarci. Sono fiera del nostro lavoro. So che anche tu, da lassù, rendi tutto ciò possibile… Ne sono sicura. Hai sempre avuto un forte senso per la giustizia!
Hai sempre utilizzato il tuo tempo per fare del bene, per amare e per farti amare. Anche la gente che non ti conosceva personalmente, ti stimava, soprattutto per il tuo lavoro “eroico”. Quel lavoro che ti ha portato via da me…
Non voglio farti sentir in colpa, amore mio. La tua unica colpa, se così possiamo definirla, è stata portare a termine il tuo compito sempre così assiduamente e con passione. La stessa che animava i tuoi occhi quel giorno, prima di andar via… Per sempre!
Se fossi stato ancora qui, mi avresti presa per pazza vedendomi adesso, seduta alla tua scrivania, a parlar da sola… Ma è l’unico modo per essere accanto a te, per sentirti vicino.


<< Mamma, sei qui! >>
<< Ciao amore… >> La signora Tina Montinaro era lì, seduta vicino quella scrivania con le lacrime agli occhi e il dolore che le contraeva il viso.
<< Sapevo di trovarti in questa stanza. Come sta papà? >>
<< Oh mio caro, adesso che sei qui con me, sicuramente starà molto meglio! >>
Il bambino smarrito ed impaurito del 23 Maggio 1992, aveva lasciato spazio ad un uomo pronto ad ereditare la passione di suo padre, svolgendo il suo lavoro da Guardia di Finanza.
<< Tuo padre sarebbe così orgoglioso di voi. Ricorda che lui era un poliziotto non per se, ma per gli altri, soprattutto per voi, per il vostro futuro; ed io credo che sia stato questo a renderlo quel grande uomo che era e che è rimasto nella mente e nel cuore di tutti noi >>.
<< Lo so, mamma… Lo so! Dai vieni, andiamo; ci aspettano >>.
<< Si, andiamo… >>

Ciao amore, ci vediamo presto!”
Ed una lacrima spezzò il silenzio, quel silenzio che cadde anche sulla giustizia dopo quel maledetto 23 Maggio 1992.

Fonte: www.liberamottola.it