Sharon
Potenza ha letto davanti alla sua città e davanti alla teca della
Quarto Savona 15 l’elaborato con cui ha partecipato al concorso
“Eroi nell’ombra”, indetto dal coordinamento di Libera
Taranto in occasione dell’arrivo in Puglia della Quarto Savona 15 e
indirizzato alle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta
la provincia.
Abbiamo incrociato le dita insieme in vista della
premiazione che si sarebbe svolta oggi nella Questura di Taranto, di
nuovo all’ombra della Quarto Savona 15. E dobbiamo averle portato
bene perché Sharon questa mattina è stata premiata per aver vinto
la sezione per le scuole di secondo grado con il suo scritto “Finché
morte non ci separi…” ispirato
alla figura di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone
morto nella Strage di Capaci.
La
giuria, composta da Alessandro Tedesco (referente provinciale
Libera), Matilde Montinaro (sorella di Antonio), Maria Montrone
(delegata del Dirigente dell’Uff. Scolastico Provinciale), Martino
Rosati (magistrato del Tribunale di Taranto) e Anna Maria Summa
(membro del coordinamento Libera Taranto), ha così premiato per la
sezione scuole secondarie di primo grado gli elaborati “Mio
papà è un poliziotto” di
Ginevra Conte e Giorgia Libardi (Istituto Comprensivo Greco di
Manduria) e “La
mafia con gli occhi dei bambini” di Ylenia
Galatone, Sara L’Erede, Claudia Maldarizzi e Francesca
Parabita (Istituto Comprensivo Rodari di Palagiano); per la sezione
scuole secondarie di secondo grado sono stati premiati gli
elaborati “Capaci
… di crederci ancora” di
Francesca Guida (Liceo Ferraris – Quinto Ennio di Taranto)
e “Finché
morte non ci separi…” di
Sharon Potenza (Liceo Einstein di Mottola, docente Filomena Eramo).
“L’opera
di Sharon –
ha commentato la giuria nella motivazione –
ha saputo cogliere momenti di sensibilità emotiva e si è aperta ad
orizzonti di speranza, mediante una tecnica espressiva capace di
coniugare sintesi e riflessione profonda”. Di
seguito l’elaborato inedito con cui Sharon ha vinto la
partecipazione gratuita ai campi diE!state
Liberi! sui
terreni confiscati di Mesagne.
“FINCHE’
MORTE NON CI SEPARI..”
<< Chiunque
fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la
vigliaccheria. La paura è qualcosa che tutti abbiamo: chi ha paura
sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange.
E’
la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell’ottica
umana.
Io,
come tutti gli uomini, ho paura ma non sono un vigliacco! >>
Ogni
23 Maggio va così. Passo la giornata a rileggere i suoi appunti, con
le nostre foto che mi circondano, cercando di ricordare il suo odore,
la sua voce, la sua presenza. Ma, pur sforzandomi, tutto sembra
svanito dalla mia memoria.
Mi
sembra di sentire i suoi passi, a volte; corro alla porta quando
sento il rumore delle chiavi nella serratura. La porta, però, non si
apre. Lui non c’è. Lui è andato via.
Mi
rimprovero ancor oggi, dopo ventuno lunghissimi anni, di non averlo
fermato, di non aver cercato di convincerlo a rispettare il suo turno
di mattina anziché di pomeriggio. Ma il “suo” magistrato sarebbe
rientrato verso le 17:00 e lui, da ottimo poliziotto qual era, non
esitò a raggiungerlo. Gran testardo! Non mi ascoltava mai. Eppure,
l’amavo proprio per questo. E quanto l’amavo! Avrei sacrificato
la mia vita per lui così come lui ha sacrificato la sua per
proteggere noi.
Sono
arrabbiata, così tanto arrabbiata!
Non
posso piangere, i bambini non devono vedermi così. Quanto avrei
voluto che li vedesse crescere. Sono forti d’animo, proprio come
lui.
Ha
vissuto con me per così poco tempo. Me lo hanno portato via! Non mi
hanno dato il tempo necessario per riuscire ad imprimerlo nella mente
e non farlo più andar via.
Ma
il mio eroe non c’è più. Non c’è più!
Basta
piangere!
Vorrei
vederlo un’ultima volta, guardarlo negli occhi, dirgli quanto lo
amo.
Ma…
lo hanno portato via…
Aveva
fatto della divisa il proprio essere ed io ne andavo fiera. E lo sono
ancor oggi!
Non
ricordo nulla di quel giorno. Ero così devastata. Ero… vuota!
Amore
mio, mi manchi così tanto!
Eccoti…
com’eri bello il giorno del nostro matrimonio. Ero così felice.
Sarei diventata tua moglie, “nella buona e nella cattiva sorte, in
salute e in malattia, finchè morte non ci separi”.
Ma
tu sei volato via da me così in fretta.
“Finchè
morte non ci separi!” era la frase, ma tu hai preferito andartene…
Perché? Perché ti hanno portato via da me?!
Sai
amore, l’associazione va sempre meglio. Ci sono sempre più
iscritti pronti ad aiutarci. Sono fiera del nostro lavoro. So che
anche tu, da lassù, rendi tutto ciò possibile… Ne sono sicura.
Hai sempre avuto un forte senso per la giustizia!
Hai
sempre utilizzato il tuo tempo per fare del bene, per amare e per
farti amare. Anche la gente che non ti conosceva personalmente, ti
stimava, soprattutto per il tuo lavoro “eroico”. Quel lavoro che
ti ha portato via da me…
Non
voglio farti sentir in colpa, amore mio. La tua unica colpa, se così
possiamo definirla, è stata portare a termine il tuo compito sempre
così assiduamente e con passione. La stessa che animava i tuoi occhi
quel giorno, prima di andar via… Per sempre!
Se
fossi stato ancora qui, mi avresti presa per pazza vedendomi adesso,
seduta alla tua scrivania, a parlar da sola… Ma è l’unico modo
per essere accanto a te, per sentirti vicino.
<<
Mamma, sei qui! >>
<<
Ciao amore… >> La signora Tina Montinaro era lì, seduta
vicino quella scrivania con le lacrime agli occhi e il dolore che le
contraeva il viso.
<<
Sapevo di trovarti in questa stanza. Come sta papà? >>
<<
Oh mio caro, adesso che sei qui con me, sicuramente starà molto
meglio! >>
Il
bambino smarrito ed impaurito del 23 Maggio 1992, aveva lasciato
spazio ad un uomo pronto ad ereditare la passione di suo padre,
svolgendo il suo lavoro da Guardia di Finanza.
<<
Tuo padre sarebbe così orgoglioso di voi. Ricorda che lui era un
poliziotto non per se, ma per gli altri, soprattutto per voi, per il
vostro futuro; ed io credo che sia stato questo a renderlo quel
grande uomo che era e che è rimasto nella mente e nel cuore di tutti
noi >>.
<<
Lo so, mamma… Lo so! Dai vieni, andiamo; ci aspettano >>.
<<
Si, andiamo… >>
“Ciao
amore, ci vediamo presto!”
Ed
una lacrima spezzò il silenzio, quel silenzio che cadde anche sulla
giustizia dopo quel maledetto 23 Maggio 1992.
Fonte:
www.liberamottola.it