MOTTOLA
(TA) – “Se la donazione è una scelta di cuore, volontaria ed
incondizionata, è anche vero che, affinchè il numero dei donatori
cresca, necessita abbattere il muro dell'indifferenza”.
E’ questo
il messaggio fatto veicolare durante l’8° Incontro Nazionale
dell’Associazione Trapiantati Organi, organizzato dall’Ato
Puglia, presieduto da Giovanni Santoro.
“E’
l’occasione annuale – ha detto – per riunire chi ha ricevuto un
organo, chi lo ha donato o relative famiglie e i medici, che
effettuano i trapianti. Un organo donato è il più bel regalo chi si
possa dare e ricevere”.
Il
raduno si è tenuto nella giornata di domenica, presso "Villa
Petruscio". Diversi i rappresentanti istituzionali intervenuti.
A fare gli onori di casa, il sindaco di Mottola Luigi Pinto. Al
congresso hanno preso parte importanti medici per analizzare la
chirurgia robotica, le nuove scoperte applicate ai trapianti di
organi e tessuti, il post intervento e la somministrazione prolungata
di farmaci antirigetto. Tra gli altri, presenti anche Salvatore Ricca
Rosellini, presidente Federazione Nazionale Liver - Pool e Giuseppe
Canu, presidente nazionale Forum.
Un’occasione
per fare il punto della situazione sulla trapiantologia pugliese col
prof. Loreto Gesualdo, coordinatore regionale del Centro Trapianti
Regione Puglia e con il prof. Michele Battaglia, Direttore dell’Unità
Operativa di Urologia 1 e Trapianto di Rene al Policlinico di Bari.
In
Puglia, nel 2014, ci sono stati 36 donatori; nel 2015, 42;
quest’anno, in proiezione, dovrebbero essere 48. Si eseguono
trapianti di rene, fegato e cuore. L’auspicio è che si parti al
più presto con quello del pancreas e di quello contestuale di fegato
e rene.
Quanto
alle opposizioni a donare gli organi, nel 2014 in Puglia si
attestavano sul 40%; una percentuale elevatissima rispetto a quella
nazionale, che viaggia intorno al 33%. Nel 2015 e 2016 c’è stata
una riduzione: attualmente siamo al 36%. Si oppongono soprattutto le
famiglie dei donatori giovani.
Quanto
alle liste d’attese, la media, in Puglia, per un rene è di circa
tre anni e ci sono 600 pazienti in attesa. Per il trapianto del
fegato, i pazienti in attesa sono circa 50; per il cuore, circa 30.
Dal 2000, su Bari, sono stati eseguiti più di 1.300 trapianti di
rene e più di 350 trapianti di fegato. Si sta potenziando il
trapianto da vivente. Fino ad oggi, dall’inizio dell’anno, ne
sono stati fatti otto. Per il 2017, pronte più di 15 coppie.
Di
quelli che, invece, sono i traguardi raggiunti per i trapianti di
polmone, se n’è parlato con il prof. Franco Stella, responsabile
della fase trapianto di polmone presso il “S. Orsola” di Bologna.
“Quello del polmone – ha spiegato – è un trapianto salvavita,
dal momento che l’immissione in lista d’attesa è legata
all’aspettativa di vita, solitamente non superiore all’anno e
mezzo di vita”.
Uno
sguardo, invece, ai risultati raggiunti in materia di trapianti di
fegato, con la dottoressa Maria Cristina Morelli, responsabile del
Dipartimento delle Insufficienze d’organo e trapianti presso il “S.
Orsola” di Bologna. “Le prospettive per il futuro per pazienti
affetti da cirrosi epatica o malattie di fegato correlate all’epatite
C sono positive. I nuovi trattamenti antivirali sono efficaci e
sicuri. Stiamo vedendo un trend in riduzione della necessità di
trapianto del fegato per queste patologie. Sta, invece, aumentando la
necessità di trapianto di fegato per malattie correlate a sindrome
metaboliche ovvero a malattie di fegato associate a condizioni di
obesità, diabete e ipertensione”.