Dal Canada al Maine, dalla Sila alla Toscana lo spettacolo degli alberi che perdono le foglie e si accendono di rosso e di oro attira sempre più turisti.
Sulla
East Coast degli Stati Uniti, specialmente in New England e nel
Maine, li chiamano leaves peepers. Il numero degli appassionati del
fall foliage (in Canada e Quebec aprono appositamente le funivie per
regalare prospettive dall’alto veramente uniche) è sempre più in
aumento anche in Italia, dove lo spettacolo del cambio di colore
delle foglie degli alberi determinato dalla differente escursione
termica esistente tra il giorno e la notte spinge gli amanti della
natura a cercare e fotografare foreste in cui il fogliame diventa un
caleidoscopio di sfumature forti e delicate, dal rosso all’arancione,
dal giallo all’oro. Nel Nord della penisola, il fenomeno del
«cambio di abito» operato dalle chiome degli alberi è quasi
terminato, ma scendendo lo Stivale si scoprono ancora tanti boschi
«arlecchino». Tra i luoghi più affascinanti c’è il Parco
Nazionale della Sila coi suoi faggeti, ontani, platani che, insieme
al pino loricato e alla Foresta dei Giganti di Fallistro
rappresentano i simboli dell’altipiano calabrese. Per godere
l’atmosfera della Sila, si può soggiornare a Torre Camigliati,
residenza baronale calabra a Camigliatello Silano, sede del Parco
Letterario Old Calabria: in queste settimane è allestita una mostra
fotografica di Mimmo Jodice incentrata sui luoghi del Grand Tour che
appassionarono tanti scrittori quali Norman Douglas.
L’autore
inglese non esitò a scalare il Monte Botte Donato, e percorse la
Strada delle Vette proprio per godere al meglio la vista del
foliage.Anche
la Sicilia è sorprendentemente un luogo prediletto dai leaves
peeper. Salendo sui crateri sommitali dell’Etna, infatti, si può
godere di una vista non soltanto sulle creste laviche, le sculture
scolpite dal magma nel corso dei secoli, ma anche ammirare i boschi
alle pendici del vulcano che diventano gialli, mentre in lontananza
si vede il mare.
Insomma,
una tavolozza di colori da incanto. Un altro belvedere è
rappresentato dai rilievi più alti dei Monti Nebrodi e delle
Madonie.Anche nella Murgia si può assistere al fenomeno del foliage,
specialmente tra i Boschi
di San Basilio e Sant’Antuono a Mottola,
risalenti al Pleistocene, celeberrimi per il fragno, una specie di
quercia di origine balcanica, che sorge in un territorio
caratterizzato dalla presenza di gravine. Poco distante si trovano il
bosco di Burgensatico e di Lama Cupa. Anche le macchie verdi della
Barbagia diventano color ruggine nel tardo autunno, quando in tutta
questa zona della Sardegna sono organizzati sagre ed eventi di
folklore che coinvolgono 27 centri della Provincia di Nuoro
(www.sardegnaturismo.it). Tra i luoghi più suggestivi ci sono i
boschi intorno al lago artificiale di Gusana, nei pressi di Gavoi, in
cui le querce secolari tappezzano le rive di questo d’acqua a
serpentina. Non lontano merita di essere visitato il Monte Gonare
tanto caro alla scrittrice Grazia Deledda.
Nel
Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese in
Basilicata, il Lago del Pertusillo e la vicina vallata sono
tappezzati di lecci, querce che danno a questo paesaggio un tocco
nostalgico e romantico in attesa della primavera quando fioriranno le
ginestre e le orchidee sulle rive del fiume Agri. Tra i luoghi più
spettacolari vi sono l’Abetina di Laurenzana. C’è un angolo di
Canada anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo, in particolare al passo
di Forca d’Acero, nell’alta Valle del Sangro, coi suoi boschi
misti di querce e carpini: attraverso mulattiere e tratturi si
possono raggiungere le miniere di limonite scavate in epoca borbonica
su volere di Re Ferdinando. Nel Lazio, il Parco delle Terme di
Stigliano in provincia di Roma è noto non soltanto per le proprietà
salutari delle proprie fonti ma anche per il particolare microclima
in cui prosperano aceri, querce plurisecolari, lecci, noccioli,
roveri, e anche tamerici: lo spettacolo del foliage, al quale si
sottraggono soltanto tamerici e bambù, è davvero emozionante. Come,
del resto, nel Parco della Chiesa romanica di San Liberato a Viterbo
progettato dall’architetto paesaggista Russell Page il quale fece
arrivare appositamente dal Canada alberi ad alto fusto le cui foglie
in questa stagione si colorano di ocra, rosso, oro, come del resto le
foreste che incorniciano il vicino Lago di Bracciano. In questa
stagione è magica anche la Selva di Circe, gioiello del Parco del
Circeo, foresta planiziaria di 3.300 ettari di superficie con
frassini, ontani neri, pioppi tremuli, un paesaggio dove si possono
incontrare volpi, tassi, lepri, daini, moscardini, mentre le Piscine
paludose sono il regno degli anfibi.
LUCA
BERGAMIN
Fonte: lastampa.it