Nel
tardo pomeriggio di domenica, nonostante una leggera ma insistente
pioggerellina, una folla di persone ha salutato il nuovo vescovo di
Castellaneta Mons. Claudio Maniago in visita alla città di Mottola.
Le
non benevoli condizioni meteorologiche hanno costretto gli
organizzatori ad apportare alcune modifiche alle iniziative di
benvenuto programmate e così la prevista cerimonia di saluto non si
è potuta svolgere all'aperto, in piazza XX Settembre.
In
sostituzione, qui, un comitato di accoglienza formato da una folta
delegazione di rappresentanti delle istituzioni locali, dal
presidente del consiglio comunale Carlo De Fiori, dalla dirigente
Maria D’Onghia e dallo stesso sindaco dott. Luigi Pinto hanno
atteso l'arrivo di Mons. Maniago, quindi, si sono trasferiti presso
l'ex sala convegni del Comune.
Qui,
dopo aver espresso parole di sentito ringraziamento, il dott. Pinto
ha conferito all'illustre ospite il gagliardetto della Città di
Mottola e alcuni libri.
Ad
accogliere il vescovo di Castellaneta c'erano anche le Confraternite,
le associazioni dei Marinari e Carabinieri in congedo con i loro
gagliardetti, gli studenti delle scuole elementari che hanno
provveduto al lancio di palloncini colorati, la banda musicale
"U.Montanaro" e naturalmente tanti fedeli.
La
giornata ecclesiale è quindi proseguita presso la Chiesa Madre, dove
l’Arciprete Don Sario Chiarelli, insieme ai parroci delle altre
chiese mottolesi, ha concelebrato la Santa Messa, presiedutada Mons.
Maniago.
Prima,
però, il sindaco dott. Luigi Pinto ha tenuto un breve discorso
durante il quale ha ripercosso alcune tappe della storia millenaria
della città di Mottola, i cui natali sono fatti risalire al 1000 a.
c. e dell'importante ruolo che essa ebbe, in quanto città della
Magna Grecia, nella difesa di Taranto.
Mottola,
nel tardo medioevo, è stata sede vescovile e nel XIVº secolo
partecipò alla cacciata dei turchi, vicino a Massafra, che si erano
spinti nell'entroterra, è stata, inoltre, dimora di un centro
monastico allocato presso l'attuale masseria di Casalrotto, dove i
monaci, vivendo secondo le regole cristiane del vivere in grotta,
ossia pregando e lavorando, hanno lasciato in eredità una copiosa
documentazione pittorica dell'arte bizantina.
Venendo
ai giorni nostri il sindaco ha sottolineato come la sua città sia un
paese tranquillo, abitatoda gente brava, lavoratrice e con un forte
senso religioso. Nel
corso degli anni essa è cresciuta economicamente dotandosi di
un’area artigianale e industriale, di servizi e infrastrutture e
valorizzando la sua vocazione connessa all'agricoltura, al turismo e
alla cultura.
La
crisi in atto non ha certamente risparmiato le famiglie mottolesi.
"Consapevoli
di questo momento così difficile - ha affermato Pinto - stiamo
amministrando il denaro pubblico con oculatezza per evitare di
gravare ancora di più sui magri bilanci familiari. La nostra
speranza è che le condizioni possano al più presto migliorare”.
Nel
terminare il suo intervento, il sindaco ha invitato Mons. Maniago,
lontano dalla sua città natale di Firenze, a considerare Mottola
come la sua casa, assicurando che mai verranno meno sostegno,
vicinanza e affetto.
Monsignor
Maniago, nel salutare e ringraziare i mottolesi per la calorosa
accoglienza, ha sottolineato il ruolo importante che le Istituzioni
possono svolgere a favore della gente e ha auspicato un sempre
maggior impegno a favore dei più deboli.
Rispondendo
all'invito del sindaco, egli ha detto di sentirsi già parte della
comunità mottolese e congrande umiltà ha invitato tutti a
continuare a considerarlo come "don Claudio" così com'era
scritto sullo striscione di benvenuto, perché ciò, a suo giudizio,
dimostra che i cittadini lo vedono come uno di loro.
Addetto
Stampa
dott. Cosimo Damiano TRAMONTE
Fonte: www.comune.mottola.ta.it