Sulla
questione IMU la Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto
esprime forti perplessità e riserve e chiede un intervento dei
Ministri dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan e delle
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, in
merito alla revisione dei criteri di esenzione IMU dei terreni
agricoli, contenute nel D.L. n. 4 del 24 gennaio 2015.
In
particolare, i nuovi criteri di esenzione, costruiti sulla
classificazione ISTAT dei comuni italiani e il loro inquadramento tra
comuni totalmente montani e parzialmente montani, continuano a
determinare forti iniquità a danno dei produttori agricoli
possessori e conduttori di terreni agricoli ubicati in aree marginali
e montane.
I
nuovi parametri, infatti, non tengono conto della complessità del
territorio, dove gran parte dei comuni si caratterizza per la
diversità altimetrica e soprattutto continuano a trascurare la
funzione essenziale degli agricoltori nella tutela a presidio del
territorio ed a beneficio dell’intera collettività.
Inoltre
è assurda l’abrogazione delle norme previste dal Dl competitività
e dalla Legge di Stabilità 2015 a favore delle imprese agricole,
finalizzate alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori
agricoli dipendenti assunti a tempo determinato, quale misura a
copertura del minor gettito atteso dall’introito IMU sui terreni
agricoli.
Alla
luce di tutto ciò confermiamo la posizione già espressa dalla Cia
sulla iniquità di tali misure e la conseguente richiesta di
cancellazione del tributo. L’agricoltura e le aziende non possono,
infatti, sopportare ulteriori aggravi economici in questo momento.
In
ogni caso sarebbe opportuna una ulteriore e sostanziale proroga del
termine del versamento per l'anno 2014, previsto ad oggi per il 10
febbraio 2015, tenendo conto della esiguità temporale stabilita dal
D.L. n. 4/2015, dei principi dello Statuto dei Diritti del
Contribuente e considerando i provvedimenti cautelativi in essere
della magistratura amministrativa.
In
subordine a questa richiesta, in sede di conversione del Decreto
Legge si proceda almeno alle necessarie modifiche e si metta mano
alla revisione dell'aliquota base del 7,6 per mille, comunque troppo
elevata per il nostro settore.