Palagiano
ha una vocazione antica di 6.500 anni: l'agricoltura.
Grazie
all'evento "La Conca d'Oro nei Luoghi del Mito", finanziato
dal Gal "Luoghi del Mito" con la collaborazione
dell'amministrazione comunale e la segreteria organizzativa della
Movimex di Lucia Lillo, sabato 5 settembre in piazza Vittorio Veneto
si è discusso di questo attraverso un insolito intreccio tra
cultura, archeologia e agricoltura.
Le vestigia di insediamenti più
o meno antichi, infatti, puntellano un territorio che si può
definire con certezza fertile; e le due cose non sono slegate, se è
vero che nel Neolitico, nella Conca d'Oro, arrivarono i primi
agricoltori a diffondere la coltivazione dei cereali, dando vita a
quella vocazione che ancora oggi identifica il territorio.
In
contrada Galliano, a ridosso della costa di Palagiano, ad esempio,
c'è la testimonianza più recente di quanto descritto: otto tombe a
grotticella, dove sono stati ritrovati reperti inequivocabilmente
legati al lavoro della terra. Quella stessa terra cui gli indigeni,
che poi diventeranno peuceti e iapigi, si riconsegneranno con la
morte considerandola "madre".
Il
dibattito moderato dal direttore di Studio 100 Walter Baldacconi, ha
permesso di scoprire la ricchezza del territorio di Palagiano sotto
diversi punti di vista. Partendo dalla vocazione agricola, che si è
manifestata per secoli, fino ad oggi, tempo maturo perché la città
se ne riappropri. «6.500 anni fa era già chiara l'importanza di
questo territorio - ha spiegato l'archeologa Carmela D'Auria -. Nei
secoli le esigenze sono cambiate, certo, anche le produzioni, ma la
fertilità di questa terra è una costante che oggi andrebbe ancor di
più valorizzata». «Il nostro è un territorio che ha una storia di
produttività - ha aggiunto il sindaco di Palagiano Antonio Tarasco
-, produciamo primizie, agrumi, uva da tavola e da vino. Purtroppo,
però, ce ne stiamo dimenticando forse sviati dalla produzione
industriale. Abbiamo l'obbligo, invece, di recuperare quel che i
nostri avi ci hanno lasciato, in termini di cultura, per
riconsegnarlo ai nostri figli».
Una
sfida generazionale, quindi, che userà "armi" non
convenzionali. Tutti i ritrovamenti archeologici, infatti,
comporranno la raccolta del museo civico in via di realizzazione,
nella vecchia sede del municipio. Vi troveranno posto i resti
neolitici, ma anche quelli magnogreci e romani. «In questo luogo -
ha dichiarato l'archeologa Patrizia D'Onghia -, saranno esposti,
speriamo al più presto, tutti i reperti ritrovati nel territorio di
Palagiano». «In questi resti c'è la nostra identità - ha aggiunto
il consigliere delegato alla Cultura di Palagiano, Maria Grazia
Mellone -, l'agricoltura ci è stata portata da questi uomini e con
la cultura scopriamo le nostre radici. Ringrazio il Gal "Luoghi
del Mito" per l'attenzione data al territorio attraverso questo
seminario: questi sono beni culturali di cui dovranno godere tutti,
non solo i cittadini di Palagiano».
Il
Gal "Luoghi del Mito", quindi, innesca riflessioni sempre
originali intorno a tutto ciò che è agricoltura. Come detto dal
consigliere comunale di Palagiano delegato alle Politiche Agricole,
Vincenzo Nardelli, nonché membro del consiglio d'amministrazione del
Gal, l'obiettivo è quello di spingere sulla multifunzionalità.
Intercettando risorse per offrire una lettura del territorio
innovativa: «Abbiamo intercettato un finanziamento per permettere ai
nostri alunni di scoprire come nascono i nostri prodotti tipici - ha
spiegato Nardelli -, un altro progetto permetterà la realizzazione
di una pista ciclabile proprio nella Conca D'Oro».
L'agricoltura,
quindi, è vocazione antica. Ma queste parole ne definiscono anche il
suo valore attuale e futuro: l'alternativa alla produzione
industriale, prima descritta dal sindaco Tarasco come "distrazione",
esiste e si chiama proprio agricoltura. Lo dicono anche i numeri: «Un
volano di crescita diverso esiste già - ha spiegato il presidente
provinciale di Confagricoltura, Luca Lazzàro -, l'agricoltura è il
vero motore della nostra economia. Sia i dati della Camera di
Commercio, sia quelli dell'Inps, ci dicono che il settore è in
crescita e traina economia e occupazione del territorio».
Non
resta che scommettere su questo settore, sfruttandone appunto la
multifunzionalità. Si potrebbe partire dai prodotti tipici, ad
esempio, elementi imprescindibili della dieta mediterranea. Durante
la serata è stato possibile gustarne alcuni, guidati dalla tecnologa
alimentare Cristina Vitanza e dal biologo e nutrizionista Marco
Greco: «Questa terra è una miniera di prodotti salutari - ha
spiegato Greco -, dobbiamo sforzarci di conoscerli a fondo e, per
farlo, possiamo affidarci ad esperti che ce ne fanno apprezzare le
qualità organolettiche e gustative».
La
serata si è conclusa con la consegna del premio "Conca d'Oro",
una sorta di "numero zero" di un'iniziativa che
l'amministrazione comunale vorrebbe rendere stabile. Presentati da
Nicla Pastore, hanno ricevuto il premio gli scrittori Fulvio Colucci,
autore de "La Zattera", Valentina Lippolis, autrice di
"Nata senz'ali", e Angelo Mansueto, autore di "Flusso
di incoscienza", questi ultimi due pubblicati da Pufa Editore,
anch'esso premiato, la Pro Loco di Palagiano e il giornalista
Giuseppe Favale.