Martedì
scorso avevamo dato la notizia delle dimissioni dei due assessori
(Gentile e Montanaro) e dell'uscita dalla maggioranza dei 4
consiglieri dell'Intergruppo, precisando che la maggioranza era
diventata numericamente minoranza a meno che l'opposizione di
centro-destra non fosse giunta in soccorso e avesse fatto da
stampella al Pd locale.
Ció
che è successo ieri sera durante il consiglio comunale è
esattamente lo scenario che avevamo paventato: durante la
discussione del primo punto all'ordine del giorno, ovvero il DUP, i
consiglieri dissidenti abbandonavano l'aula mentre i sei
dell'opposizione resistevano strenuamente seduti ai loro banchi
permettendo l'approvazione del punto e la prosecuzione dell'assise.
Non
siamo in possesso della sfera di cristallo nè riteniamo di essere
sagaci politologi: abbiamo solo la consapevolezza che, così come a
livello nazionale la classe politica di destra e sinistra inciucia
allegramente producendo sia il patto del Nazareno che il fresco
triumvirato Renzi-Verdini-Alfano pur di salvaguardare i propri
interessi, anche alle nostre latitudini il centro-destra ha scelto di
strizzare l'occhio a sinistra.
Avrebbe
potuto abbandonare l'aula facendo sciogliere la seduta per mancanza
del numero legale. E, invece, pretestuosamente ha fatto appello al
senso di responsabilità verso la comunità per continuare a scaldare
le poltrona.
In
realtà il centro destra è in forte difficoltà per due
ragioni.
Innanzitutto, non ha saputo trovare, al proprio interno, la capacità di rinnovarsi dopo dieci anni di governo della città, magari lasciando spazio a nuove figure dotate di maggior slancio, competenza e passione che potessero raccogliere il peso della leadership di Giovanni Quero. Da vent'anni il centro-destra a Mottola è in mano a quel cerchio magico di sodali che ne reggono le fila ma che non producono alternative e progetti politici validi!
Il secondo motivo è che nella logica partitica i desiderata dei vertici vanno rispettati così come gli "esempi" seguiti: l'asse Pelillo-Chiarelli a livello nazionale e quello Tamburrano-Pd a livello provinciale vi sembrano poco? E allora, morsi in questa stretta, cosa avrebbero potuto fare i consiglieri del centro-destra se non riprodurre fedelmente l'immagine che li vede d'amore e d'accordo in tutti gli altri scenari istituzionali?
Innanzitutto, non ha saputo trovare, al proprio interno, la capacità di rinnovarsi dopo dieci anni di governo della città, magari lasciando spazio a nuove figure dotate di maggior slancio, competenza e passione che potessero raccogliere il peso della leadership di Giovanni Quero. Da vent'anni il centro-destra a Mottola è in mano a quel cerchio magico di sodali che ne reggono le fila ma che non producono alternative e progetti politici validi!
Il secondo motivo è che nella logica partitica i desiderata dei vertici vanno rispettati così come gli "esempi" seguiti: l'asse Pelillo-Chiarelli a livello nazionale e quello Tamburrano-Pd a livello provinciale vi sembrano poco? E allora, morsi in questa stretta, cosa avrebbero potuto fare i consiglieri del centro-destra se non riprodurre fedelmente l'immagine che li vede d'amore e d'accordo in tutti gli altri scenari istituzionali?