Buone
pratiche ancora al palo in vaste area delle province di Lecce,
Brindisi e Taranto, con il 90% dei terreni pubblici e demaniali
ancora in balia della sputacchina, l’insetto vettore della “Xylella
Fastidiosa”.
Entro il 15 maggio, tra l’altro, nella zona di
contenimento del nord leccese, a Torchiarolo, Cellino San Marco e San
Pietro Vernotico, nonché nei focolai puntiformi delle province di
Brindisi e Taranto, scatterà l’obbligo di “potature severe”
sulle piante infette o con evidenti sintomi di disseccamento.
«Dal
2 maggio è operativo il nuovo piano dei controlli – il monito del
presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – e temiamo che
sul territorio vengano comminate multe e sanzioni a tutti coloro i
quali non abbiano attuato le buone pratiche. Si tratta degli
interventi fitosanitari concentrati nei periodi primaverile/estivo e
autunnale, e delle potature della parte aerea delle piante di ulivo
per contenere la fonte di inoculo, laddove le piante siano infette, o
per ridurre la trasmissione delle infezioni nelle zone indenni,
comprese le potature selettive dei rami secchi per ridare respiro
alle parti dell’ulivo in vegetazione e secco, evitando tagli
profondi sulla struttura portante dell’albero. Determinante in
questa fase la lotta ecocompatibile alla “Xylella Fastidiosa”
attraverso trattamenti che contemplino principalmente i metodi
dell’agricoltura biologica».
Ciò
vale anche per gli enti pubblici, a partire dai comuni e dal Demanio
che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone
pratiche nelle aree di competenza.
«La
Regione Puglia con il nuovo piano anti-Xylella – ha aggiunto il
direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario – ha inteso lanciare
un messaggio all’Unione Europea: le piante nel raggio di 100 metri
da alberi infetti non si toccano, perché oltre ad essere un
provvedimento inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio
olivicolo con esemplari monumentali introvabili al mondo, è
improponibile sul fronte dei costi economici e della tensione
sociale. Però, tutto il territorio pugliese deve a questo punto
essere rispettoso del percorso chiaro indicato affinché siano svolte
regolarmente in campo le buone pratiche agronomiche. Per questo
Coldiretti ha organizzato il ciclo di incontri tecnici, in cui i
ricercatori danno consigli su cosa fare nell’immediato negli
uliveti per contrastare e prevenire la malattia».
Gli
agricoltori svolgono una straordinaria azione di manutenzione e
salvaguardia dell’ambiente e delle aree rurali, infatti, spesso in
solitudine e con grandi difficoltà. La dimostrazione è nei numeri:
in Puglia, il 15% della superficie olivicola è coltivato con metodi
di produzione biologica. La coltivazione dell’ulivo copre una
superficie pari a circa 55mila ettari, che rappresentano il 32% del
totale delle superfici “bio”, su un totale regionale di 171mila
ettari, e il 20% della produzione nazionale. In Puglia l’olio è
una risorsa preziosa e l’ulivo rappresenta il paesaggio, la storia,
il turismo e soprattutto occupazione.
Per
questo Coldiretti sta spingendo sulla formazione e sull’informazione:
vanno fornite al tessuto imprenditoriale e sociale nozioni utili e
puntuali per contrastare e prevenire la malattia.
Fonte: Coldiretti Taranto