Un
bimbo morto a soli tre anni. Era in auto accanto alla sua mamma,
anche lei straziata da una pioggia di fuoco, forse mentre tentava per
l’ultima volta di proteggere il suo piccolino. A pochi centimetri
il cadavere del suo uomo.
Un
agguato mafioso.
È terrificante il bilancio dell’agguato avvenuto ieri sera sulla
statale 106, nei pressi del bivio di Palagiano. Sotto i colpi dei
killer è caduto quel bimbo, Domenico, sua mamma Carla Maria Fornari
e il suo compagno Cosimo Orlando. Li hanno crivellati di proiettili
mentre erano in macchina. Sono morti sul colpo. Assassinati senza
pietà. Alla brutale esecuzione sono scampati altri due bambini che
erano in macchina, rispettivamente di sei e sette anni. Salvi
soltanto perché si trovavano seduti nella parte posteriore della
vettura, risparmiata dalla tempesta di fuoco.
Killer
in agguato. L’agguato
è scattato, poco dopo le 22, sulla statale per Reggio Calabria, nei
pressi di Palagiano (Taranto). L’automobile sulla quale viaggiavano
le vittime è stata affiancata da un commando mentre percorreva la
strada che costeggia il mare. I sicari hanno esploso numerosi colpi
di arma da fuoco, investendo con una scarica di piombo l’abitacolo.
I proiettili, una quindicina almeno quelli sparati da uno dei killer,
hanno centrato la donna che era alla guida, il suo compagno che aveva
accanto e il bimbo seduto sulle gambe dell'uomo.
La
macchina impazzita è finita fuori strada.
Subito
è scattato l’allarme,
anche se le prime richieste di soccorso parlavano di un incidente
stradale. E invece, giunti sul posto, i carabinieri della compagnia
di Massafra, hanno scoperto la tremenda verità: si trattava di una
strage. Così la statale è stata chiusa al traffico, mentre arrivano
le ambulanze del “118”. Agli occhi dei soccorritori si è
materializzata una scena tremenda: tre morti e due bimbi - seduti sul
sedile posteriore della macchina - miracolosamente illesi ma sotto
choc e con gli occhi sbarrati dal terrore. Sono partiti i soccorsi
disperati, ma per le tre vittime non c’era già più nulla da
fare.
I
militari hanno subito identificato l’uomo, Cosimo Orlando di 43
anni, di Palagiano, già noto alle forze dell’ordine. Orlando pare
fosse in regime di semilibertà. E ieri sera stava rientrando a casa
con la compagna, Carla Maria Fornari, quando è caduto in una vera e
propria imboscata. La donna, vedova di un uomo ucciso dalla mafia,
Domenico Petruzzelli, aveva chiamato il bimbo con lo stesso nome del
marito ucciso.
Difficile
al momento ricostruire la dinamica dell’azione
attuata dal gruppo di fuoco. Probabilmente i killer hanno pedinato la
vettura delle vittime e sono entrati in azione all’improvviso per
mettere a segno la loro missione di morte. L’auto di Orlando è
stata affiancata e investita dall’impressionante scarica di piombo
mentre procedeva lungo la Statale, a poche centinaia di metri dallo
svincolo Palagiano-Chiatona. Per i tre non c’è stato scampo: sono
deceduti sul colpo. I cadaveri di Orlando, della sua compagna e del
piccolo, nato dal precente matrimonio della donna, sono stati
estratti dall’abitacolo ridotto ad un colabrodo. Da quella gabbia
di morte sono usciti vivi solo gli altri due bambini, scampati
miracolosamente ad un destino infame. Ora i piccoli sono ricoverati
in stato di shock nell’ospedale di Castellaneta ma non avrebbero
riportato ferite gravi.
Sull’efferato
triplice omicidio di ieri sera sono subito partite le indagini dei
carabinieri del nucleo operativo e della compagnia di Massafra. Si
scava nella vita della vittima e della sua compagna, vedova di un
uomo brutalmente ucciso in un’altra esecuzione di mala. Il marito
Domenico Petruzzelli nel 2011 era stato assassinato, nelle campagne
di Palagiano. Tre anni dopo è toccato anche alla sua vedova e al
figlioletto.
Sull’agguato
sono partite immediatamente le indagini. Una notte di febbrili
controlli e accertamenti per cercare di inquadrare con precisione
l’ambito nel quale è maturato il delitto. Nel versante occidentale
della provincia è scattata una gigantesca caccia all’uomo. Nella
zona sono arrivati decine di carabinieri. L’unica certezza, per
ora, è la inaudita violenza con la quale ha agito il commando. Una
bestiale ferocia che non ha risparmiato neanche quel bimbo innocente.
Fonte: www.quotidianodipuglia.it