Tradizione
e fede, folklore ed antiche consuetudini devozionali, anche
quest’anno, caratterizzeranno i festeggiamenti per San Giuseppe.
Come, ormai, avviene da tempo, il cuore della festa sarà il
quartiere “San Giuseppe – La Pentima”, che si espande attorno
alla parrocchia, dedicata al “santo lavoratore”.
Tutto
è pronto, perchè il simulacro del santo, portato a spalla dai
falegnami, possa benedire, al rientro sul sagrato della chiesa, i
falò. Già, perché per il 5^ anno consecutivo, il Comitato Feste,
coordinato da Maurizio Torrente, anche per questo 2014, ha voluto
riproporre la tradizione dei falò, attraverso un concorso, che
servirà per premiarne il migliore. Saranno valutati da un’apposita
giuria, proprio durante la serata di domani, 19 marzo, giornata clou
dei festeggiamenti.
Prima,
alle ore 17, una celebrazione eucaristica, per benedire i papà ed i
falegnami. Dopo la processione e l’accensione dei falò, altra
messa, alle ore 19,30, animata dalla “Schola Cantorum”
parrocchiale, diretta dalla M° Mariella Gentilesca; la stessa, che,
insieme al Coro del Coordinamento Donne del Centro Polivalente,
diretto dal M° Pietro De Mitis, sabato scorso, è stata protagonista
della 3^ edizione della Rassegna Canora.
Mentre
durante la processione presterà servizio la banda cittadina “U.
Montanaro”, ad animare la serata sarà, dalle ore 21, “Angel Show
Man”, con una sorpresa per i più piccoli.
Inoltre,
in collaborazione con l’Ufficio Turistico, diretto da Carmela
D’Auria e l’associazione “Terre Nostre”, con Gianni Ragno e
Donato Mastrangelo, è stato organizzato anche un percorso
enogastronomico, che toccherà le vie principali del quartiere: via
Cadorna, via San Benedetto, via F. Sansonetti, via Fratelli Bandiera,
via Pola. Non mancheranno bancarelle dell’artigianato locale e non
solo.
A
chiudere i festeggiamenti, sarà alle 22,30, come da tradizione, lo
spettacolo pirotecnico, a cura della ditta “Pirotecnica Mottolese”.
Un’occasione per ritrovarsi attorno ai falò e per assaporare i
ceci arrostiti con un buon bicchiere di vino nostrano, continuando,
così, a far rivivere un’antica tradizione da tramandare alle nuove
generazioni.
Maria Florenzio