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martedì 12 aprile 2016

SI SORRIDE, MA SI IMPARA ANCHE A VIVERE, CON I RAGAZZI DEL CENTRO DIURNO.

 

MOTTOLA. Qualche ora di sano divertimento, ma anche di lezione di vita. Con gli ospiti del Centro Diurno, ogni occasione è buona per apprezzare la loro voglia di mettersi in gioco, ma anche per riflettere sui comportamenti di ogni giorno.

Questa volta, sempre con disinvoltura ed autoironia, si sono cimentati, presso il Centro Polivalente, in piccoli sketch. Filo conduttore, il tema dell’amicizia, per sottolineare il legame che dovrebbe esistere tra il più forte e il più debole, quella complicità che annulla le differenze ed unisce i cuori.
Riprendendo un concetto aristotelico, Maria Rotolo, coordinatrice del Centro Diurno, ha ricordato che “l’uomo è un animale sociale e, come tale, ha bisogno di amicizia”.
Così, nelle loro scenette, gli ospiti del Centro hanno rimarcato l’importanza di relazionarsi: condividendo con gli altri, si impara a crescere. Allo spettacolo hanno preso parte anche il sindaco Luigi Pinto, Raffaele Ciquera dell’associazione “Con Elia nel cuore” e le dirigenti scolastiche Anita Lupoli e Chiara Conte.
Tra questi ospiti c’è un profondo legame - è stato il commento di Adriano Morales, presidente della cooperativa “La Vela”, che gestisce la struttura -. Ogni giorno, sono complici l’uno dell’altro ed ognuno si adatta alle esigenze, alle volte anche agli umori degli altri, proprio come una grande famiglia, quale questo Centro è, grazie anche al lavoro di Maria Rotolo e degli altri”: le educatrici Donatella Silvestri e Beatrice Errico, l’O.S.S. Mimmo Colucci, gli operatori sociali Tommaso Greco e Leo Caragnano e l’ausiliaria Luigia Recchia.
Essere amici – ha continuato Morales - soprattutto nel campo lavorativo, non è facile. Alle volte, però, bisogna cedere, per la serenità del gruppo ed, in questo, gli ospiti del Centro Diurno sono maestri di vita”.
L’iniziativa si è conclusa con la proiezione di un cortometraggio, “E se fossimo amici?”, improntato sul tema dell’integrazione tra il diversamente abile col futuro. Domenico, ospite del Centro Diurno, dipinge in villa comunale, ogni giorno per catturare l’attenzione degli altri. Tuttavia, nessuno si accorge di lui. Solo Daniele, uno studente dell’istituto comprensivo “Manzoni”, che è lì, con i suoi compagni a giocare a basket, lo vede e gli si avvicina. Ma, solo quando un operatore del Centro porta via Domenico, si accorge che era seduto su una sedia a rotelle. I giorni passano e, a Daniele, si aggiungono altri amici e, così, con Domenico, formano un vero gruppo.
Non cediamo al pregiudizio. Non siamo un mondo a parte, ma una parte del mondo”. Chiaro l’intento del cortometraggio, esplicito il suo messaggio.


Maria Florenzio