Una
prolungata scossa di terremoto di magnitudo 5 della scala Richter è
stata distintamente avvertita in tutto il Sud Italia alle 12.24.Il
sisma ha avuto epicentro in Calabria, nel Crotonese, a una profondità
di 65.7 chilometri.
L'Ingv (Istituto
nazionale di geofisica e vulcanologia) indica che l'epicentro è nel
Mar Jonio, a ridosso della costa calabrese, con coordinate 38.7927 di
latitudine nord e 17.2603 di longitudine Est. I Comuni più
vicini all'epicentro sono stati indicati in Isola Capo Rizzuto,
Crotone, Cutro e Bodricello, in un'area compresa tra le province di
Crotone e Catanzaro. Numerose le chiamate arrivate al 115 dei vigili
del fuoco, anche se al momento non è stato segnalato nessun
danno. Momenti di panico nelle scuole di Catanzaro e Vibo
Valentia, dove gli studenti hanno abbandonato le aule e si sono
riversati in strada. La scossa è stata avvertita in tutte e
cinque le province calabresi.
«Sono in contatto con le forze
di polizia e i vigili del fuoco che mi hanno rassicurato - dice
all'Adnkronos il sindaco di Crotone Peppino Vallone - non abbiamo
ricevuto nessuna chiamata per persone ferite o danni anche minimi
nella città di Crotone. Per fortuna non ci sono state conseguenze di
nessun tipo». Il sindaco, fuori città, sta rientrando in queste ore
a Crotone.
Gianluca Bruno, sindaco di Isola Capo Rizzuto, ha
raccontato all'Adnkronos che «Il terremoto è stato sentito da molti
cittadini che si sono spaventati. La scossa è durata circa 50
secondi, è stata abbastanza lunga. Un pò di paura tra la
popolazione ma per il momento non ci risultano danni. Abbiamo
attivato la Centrale operativa del Comune con la protezione civile e
nel pomeriggio faremo una riunione per fare il punto della situazione
e predisporre un primo giro di ispezioni nei luoghi di culto e nelle
scuole».
Da una prima ricognizione non risultano danni ai
beni culturali della Calabria. Lo riferisce all'Adnkronos l'assessore
regionale alla Cultura della Calabria, Mario Caligiuri, che monitora
la situazione e sta seguendo gli sviluppi. A quanto riferisce lo
stesso Caligiuri, dopo aver sentito gli addetti al museo nazionale di
Capo Colonna e il comandante regionale del Nucleo tutela beni
culturali della Calabria, maggiore Raffaele Giovinazzo, è intatta
anche l'ultima colonna rimasta del Tempio di Hera Lacinia, che svetta
sul promontorio di Capo Colonna.
«C'è stata paura, tanta
paura. Appena è stata avvertita la scossa siamo usciti tutti e ci
siamo radunati nel cortile del nostro istituto». Si tengono ancora
per mano, «per darsi forza», dicono, due studentesse dell'Istituto
professionale per il commercio di Botricello. Il centro, a circa 30
chilometri da Catanzaro, è una delle località più vicine
all'epicentro del sisma che ha interessato lo Jonio alle 12.24 di
oggi. «La scossa qui - aggiunge un altro ragazzo poco distante anche
lui in attesa alla fermata del bus - si è sentita molto bene. Ci
hanno fatto evacuare subito». Anche al bar sulla statale 106,
arteria che collega Reggio Calabria a Taranto e che taglia in due il
paese, unico argomento di discussione è la scossa di terremoto. «Ci
ha fatto tremare tutti», dice un anziano signore mentre sorseggia il
caffè.
Due
terremoti nella stessa zona negli ultimi 40 anni L'area
colpita dal terremoto di oggi è stata protagonista di altri due
sismi analoghi negli ultimi 40 anni e un terremoto notevolmente più
forte avvenuto nel 1832. In tutti i casi, osserva il sismologo
Francesco Mele, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(Ingv), è entrato in azione lo stesso meccanismo, per il quale la
struttura geologica chiamata Arco calabro viene schiacciata tra la
pressione della crosta ionica e quella tirrenica.
«Il
terremoto di oggi - spiega - è avvenuto in mare, a circa 23
chilometri a Sud Est di Capo Rizzuto e a 66 chilometri di profondità.
Nel 1983 un terremoto di magnitudo 5.4 aveva colpito la stessa area,
circa 30 chilometri a Nord Est, e nel 1977 un terremoto di magnitudo
5.1 era avvenuto 30 chilometri a Sud Ovest». In passato, nel 1832,
un terremoto di magnitudo 6.5 era avvenuto nel Crotonese. «In tutti
i casi - prosegue l'esperto - ad essere colpita è la stessa fascia
lungo la costa ionica della Calabria».
È qui che la
struttura chiamata Arco calabro, è schiacciata al di sopra della
zona in cui la crosta ionica si piega sotto la Calabria e scende in
profondità, al di sotto della crosta tirrenica, osserva Mele.
«L'Arco calabro - osserva - è una zona molto complessa e studiata.
Si trova infatti al confine tra due mondi molto diversi: da un lato
la crosta oceanica più sottile che si trova a Nord della Sicilia e
dall'altro la microplacca Adriatica che costituisce la zona più
settentrionale della placca africana».