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venerdì 22 febbraio 2013

I DISTURBI NELL’APPRENDERE NON SONO UN HANDICAP


Non sempre, le cattive prestazioni scolastiche sono causa di disinteresse o demotivazione da parte dell’alunno.
Esistono le discipline di insegnamento, esistono i docenti, ma esistono anche i Dsa, i disturbi specifici dell’apprendimento.
I ragazzi con Dsa, hanno diverse difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico (e quindi non riescono ad utilizzare i dizionari), la sequenza dei giorni della settimana, dei mesi e delle stagioni; presentano difficoltà nell’espressione anche verbale del pensiero; hanno un lessico povero e non memorizzano i termini difficili e tecnici.

Manifestano qualche problema nel riconoscere e nel memorizzare le caratteristiche morfologiche della lingua italiana e, quindi, anche delle lingue straniere.
 I discalculi non riescono ad imparare le tabelline, a fare calcoli in automatico, a fare numerazioni regressive, ad imparare le procedure delle operazioni aritmetiche, a memorizzare le formule e le definizioni.
 Partendo dal presupposto che ogni insegnante, nel raggiungimento degli obiettivi, in una classe, dovrebbe adottare una metodologia didattica non omologante, ma che tenga conto soprattutto delle difficoltà di taluni soggetti, allora, si può ben affermare che nel panorama scolastico dei Dsa, il docente ha un ruolo fondamentale. Ha o, almeno, dovrebbe avere la funzione, ma anche il dovere umano, oltre che sociale, di porsi come osservatore costante.
Un miglioramento della performance scolastica degli alunni con Dsa non è, infatti, solo auspicabile, ma realizzabile. Come? Attraverso una didattica significativa ed inclusiva, fondata sull’utilizzo di “misure compensative” come tabelle delle misure, delle formule geometriche, fisiche, chimiche, calcolatrice, cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo, computer con programmi di videoscrittura, dizionari elettronici.
Ma, parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, necessita dispensare gli studenti con Dsa anche dalla lettura a voce alta, dalla scrittura veloce sotto dettatura, dalla scrittura alla lavagna; dallo studio mnemonico di poesie, di regole grammaticali, di definizioni, di tabelline; dallo studio delle lingue straniere in forma scritta e dal prendere appunti, in quanto per chi ha Dsa è un compito cognitivo, non automatico e, quindi, impedisce l’altro compito cognitivo ovvero la comprensione di quanto spiegato.
Tutte argomentazioni, quelle appena descritte, analizzate nel corso di un incontro, tenutosi, nei giorni scorsi, presso l’auditorium della scuola media “A. Manzoni”, proprio sul tema “I Dsa : dalla Legge 170/2010 ad una didattica inclusiva”.
A promuoverlo, il dirigente scolastico Mario De Pasquale, con la collaborazione dell’insegnante Rosaria M. B. Abatangelo, funzione strumentale e referente Dsa d’Istituto, specializzanda, tra l’altro, in “Didattica e Psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”, presso l’Università degli Studi di Bari.
A realizzare l’iniziativa, il Lions Club Distretto 108 AB.
Spiegata, quindi, anche la presenza di Luigi Pizzutillo, presidente del Lions Massafra – Mottola “Le Cripte” e, nei panni di relatrice, di Giovanna Caforio Massarelli, officer distrettuale dei Lions e pedagogista clinica, referente del Centro Itard.
E’ stata quest’ultima ad evidenziare come la Legge 170 del 2010 riconosca la dislessia ovvero la lentezza o scorrettezza nella lettura, ma anche la disgrafia e la discalculia come “disturbi specifici dell’apprendimento”.

MARIA FLORENZIO


Fonte: IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA