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martedì 12 marzo 2013

“DA SEDE TEMPORANEA A DEFINITIVA”, OPERATORI EX UMBERTO I° IN SIT IN


Sit – in di protesta, ieri mattina, all’ingresso dell’ex ospedale “Umberto I”, da parte degli operatori della cooperativa “Spazi Nuovi” delle strutture del Dsm di Lama e Tamburi, che, da quindici mesi, operano presso l’ormai chiuso nosocomio mottolese.

Doveva trattarsi di una sistemazione temporanea. “Il direttore generale dell’Asl ionica aveva preso un impegno con le parti sindacali”, hanno detto Rosalba Aprea e Francesco Laneve del Coordinamento Socio – Sanitario Assistenziale e Psichiatrico della Funzione Pubblica Cgil, “in una concertazione all’interno dell’Asl, il dottor Fabrizio Scattaglia aveva sottoscritto che, entro 120 giorni, a partire dal 1° Febbraio 2012, operatori e pazienti sarebbero rientrati nelle sede naturali. Cosa che, ad oggi, non è avvenuta, fatta eccezione per operatori e pazienti della struttura di Lizzano, che pure sono stati ospiti dell’ex Umberto I ”.
Per le realtà di Lama e Tamburi, invece, i tempi di rientro nelle sedi naturali si stanno protraendo più del previsto, con un notevole disagio non solo per i pazienti, in tutto ventotto, destinati alla riabilitazione psichiatrica, ma anche per gli stessi operatori. Percorrono dai 30 ai 40 chilometri al giorno, per raggiungere la cittadina mottolese, rimettendoci circa 300 euro mensili per le spese di viaggio. “Ed un esborso di 300 euro, su uno stipendio mensile di 1.200 euro lordi, ha il suo peso.
Raggiungere l’ospedale mottolese – hanno lamentato gli operatori – è come pagare un mutuo, che ci hanno appioppato in maniera involontaria. Abbiamo subìto un trasferimento coatto ed il danno economico, che, da quindici mesi sopportiamo, è considerevole. Le sedi originariamente in cui dovremmo lavorare,come da contratto sono Lama e Tamburi. E, lì, vogliamo ritornare, visto che, sul rimborso spese, ad oggi, tutto tace”.
I trentadue operatori, che si alternano in tre turni, 8-14, 14-20 e 20-8, sono esasperati. Diverse sono state le trattative intraprese in questi mesi. Si era arrivati anche ad un accordo, che prevedeva un rimborso economico simbolico, a carico dell’Asl e del datore di lavoro ovvero della coop. “Spazi Nuovi”: “Solo parole. Sino ad ora – denunciano gli operatori – nulla è stato ancora formalizzato”.
MARIA FLORENZIO

Fonte: IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA